Sono stati prorogati i commissari delle Asp siciliane fino al 31 gennaio 2024, slitta ancora la nomina dei manager, pare che i partiti non abbiano trovato la quadra.
Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’ARS, è quasi certo che queste proroghe ci saranno fino alle elezioni europee: “La proroga non farà altro che mettere in stand-by tutte le criticità del sistema sanitario regionale fino a quando la maggioranza non riuscirà a trovare un accordo sulla spartizione delle poltrone, tutto questo mentre i cittadini fanno i conti con le liste d’attesa infinite e la carenza dei medici nei pronto soccorso”.
La proroga è stata decisa dalla giunta regionale, presieduta da Renato Schifani, su proposta dell'assessore alla Salute, Giovanna Volo, per garantire la continuità gestionale e funzionale degli enti sino al completamento della procedura di selezione dei nuovi direttori sanitari e amministrativi.
Per Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, rispettivamente segretario generale della Cisl Sicilia e segretario generale della Cisl Fp Sicilia "L'ulteriore rinvio della nomina dei manager della sanità è preoccupante perché proroga le attese di una gestione ordinaria e stabile del sistema sanitario.Le aziende sanitarie - continuano i sindacalisti - sono commissariate già da oltre un anno e così si rischia che il regime commissariale diventi alternativo al regime ordinario con tutte le conseguenze del caso in termini di funzionamento delle strutture".
Intanto, sempre sul fronte Sanità in vista della manovra, il segretario della Cisl Fp Sicilia Paolo Montera ha inviato una nota al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all'assessore alla Salute Giovanna Volo per chiedere che il governo regionale come previsto dal Decreto legge "Anticipi" varato da Palazzo Chigi, stanzi, le risorse per l'erogazione al personale sanitario dell'anticipazione degli aumenti contrattuali che saranno poi integrati in sede di contrattazione nazionale.
Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars a commento della bozza della manovra finanziaria circolata in questi giorni ribadisce: “Vorremmo sbagliarci, ma tutto lascia prevedere l’ennesima beffa per i siciliani. Un esempio per tutti? La sanità, che dovrebbe essere al primo posto negli impegni del governo, soprattutto adesso che è alla canna del gas, non sembra trovare spazio nella prossima finanziaria regionale. La verità è che ai partiti interessano soltanto le poltrone della di Asp e aziende ospedaliere, non la salute dei cittadini e l’indecente faida cui assistiamo giornalmente per la nomina dei manager lo dimostra ampiamente. Ma se continua così i partiti rischiano di spartirsi solo le macerie”. E poi ancora: "Ci saremmo aspettati norme per i pronto soccorso e le liste d’attesa e incentivi per frenare l’emorragia continua di camici bianchi dal pubblico verso il privato e invece nulla, nemmeno un euro. Eppure di sanità si parla praticamente ogni giorno nel centro destra, ma per piazzare il maggior numero di bandierine possibile nelle Asp e negli ospedali. E’ ora di dire basta a questa spartitocrazia, specie se in ballo c'è la salute dei siciliani che quotidianamente hanno a che fare con servizi pessimi e disservizi continui, nonostante il grandissimo impegno di medici e paramedici che si fanno in quattro per colmare i disastri causati dalla politica. La sanità torni ad essere veramente dei siciliani e non dei partiti”.
Nel frattempo l’Assemblea Siciliana ha chiesto l’eliminazione del numero chiuso per accedere ai corsi di laurea di Medicina e delle professioni sanitarie. Si tratta di una proposta di legge che è già approdata al Parlamento nazionale, le motivazioni della proposta di legge sono scritte su una relazione tecnica: “I test di ingresso, così come oggi formulati, appaiono davvero inidonei, a individuare chi possiede le caratteristiche necessarie a diventare un bravo medico, cioè a perseguire quella che dovrebbe essere la finalità principale della limitazione al numero dei laureati”.