Doveva levarsi una cisti. Gli hanno rotto un tendine. Vittima una sfortunata donna che, però, dopo ben quindici anni di lotta in tribunale, ha avuto riconosciuto il risarcimento dei danni.
L'operazione avvenne l'8 luglio del 2008 e per tentare di risolvere il problema ne fu necessaria una seconda dopo pochi mesi. La Corte d'appello - che ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa nel 2016 - ha stabilito che la paziente fu sottoposta ad un intervento che poteva essere evitato e che le provocò più danni che benefici.
La vicenda è raccontata oggi da Palermo Today: "Sarebbero bastate delle terapie conservative per curare una piccola cisti al polso, ma i medici dell'ospedale Cervello optarono invece per un intervento chirurgico che avrebbe poi determinato una lesione ad un tendine, rendendo necessaria una seconda operazione".
L'azienda ospedaliera è stata condannata a pagare 14.636,55 euro a titolo di risarcimento dei danni, ma anche le spese di lite del primo e del secondo grado (complessivamente 5.860 euro), nonché quelle legate alle due consulenze tecniche espletate durante i due processi.