Salvatore Ombra, Presidente di Airgest, l’estate si è conclusa a Birgi con un bilancio più che positivo?
Direi proprio di sì. abbiamo superato nel periodo estivo 1 milione e 150mila passeggeri, complessivamente sono 1 milione e 248mila e pensiamo di superare 1 milione e trecentomila passeggeri nel 2023, cosa che va un po’ oltre le nostre più rosee previsioni. Siamo estremamente contenti, come lo siamo per il risultato economico-finanziario dell’azienda che chiude con un milione 400mila euro in positivo dopo una sequela di risultati chiusi in negativo, con perdite importanti, il 2022 si è chiuso con meno 2milioni e duecento mila euro, quest’anno, invece, abbiamo un utile, come detto, di un milione e quattro.
La novità a Birgi è questa, che i segni positivi sono due, uno relativo ai passeggeri e all’aumento del traffico, ma anche un utile economico che ripaga la Regione di tutti gli sforzi.
I segni positivi sono tantissimi in questi quasi quattro anni di mia presidenza. Abbiamo raggiunto un numero considerevole di voli, di passeggeri, risultati economici, un restyling parziale dell’aerostazione, stiamo facendo un progetto di rivisitazione Airgest 2.0. Una serie di attività importanti, dunque, per rilanciare l’aeroporto e metterlo nelle condizioni di poter navigare con i propri piedi. Stiamo cercando l’inserimento di altre compagnie, ne abbiamo contattate 86, quante sono quelle che volano in Europa. Abbiamo colloqui con almeno una decina di compagnie per l’estate 2024, bisognerà vedere quante ne porteremo a segno. Il rapporto con Ryanair è solido e consolidato e continueranno a volare con noi nel 2024, 2025 e 2026. Molti poi ci chiedono e ci pungolano per rafforzare la stagione invernale. Dobbiamo però partire dalla considerazione che il nostro è un aeroporto stagionale, il 90% del suo traffico lo fa nella stagione “Summer” che va da marzo ad ottobre, se poi tre, quattro mesi l’anno ha un flusso basso di passeggeri e di voli, questo dipende dalle condizioni territoriali.
Un elemento di debolezza potrebbe essere la quasi totale dipendenza di Ryanair. Il Corriere della Sera parla della protesta, perché nella manovra finanziaria del governo Meloni è previsto un aumento della tassa d’imbarco, di tre euro. La compagnia irlandese dice: “voi aumentate i biglietti e noi siamo costretti a tagliare i voli”. Un po’ il solito balletto, che si ripete come questa estate, con la mossa del governo sull’algoritmo, la reazione di Ryanair e poi la marcia indietro del governo. Cosa ci dice in merito alla manovra finanziaria e poi un commento sulla situazione generale con Ryanair, perché siamo costretti a fare i conti con le reazioni della compagnia aerea rispetto alle decisioni del governo.
Intanto, per quanto riguarda l’aumento dell’addizionale comunale, è assolutamente in controtendenza rispetto a quello che Assoaeroporti e noi tutti aeroporti abbiamo sempre chiesto. E’ una tassa assurda, che non ha senso, è nata perché doveva aiutare i comuni dove ha sede un aeroporto. Come se la presenza degli aeroporti fosse un disincentivo per quel territorio. In realtà è servita a finanziare il reddito di cittadinanza e ora viene versata all’Inps per tutt’altre finalità. Aumentarla significherebbe disincentivare il traffico, tutte le compagnie e gli aeroporti chiedono l’abolizione, perché è una tassa che esiste solo in Italia, non esiste in Europa ed è in controtendenza a qualsiasi forma di incentivazione dell’incremento del traffico. Io ricordo, a chi sì lamenta del caro voli in alcuni determinati periodi, che una volta con Alitalia potevano viaggiare solo i ricchi, quando un biglietto costava 500 mila lire e lo stipendio medio era di 800 mila lire. Oggi quando un biglietto costa 50 euro diciamo che è caro, in realtà un autobus costa di più. Sul fatto di essere legati a doppio filo con Ryanair, dico menomale che è così. Negli anni in cui la compagnia irlandese aveva abbandonato lo scalo e molti bandi erano andati deserti, non c’è stata nessun’altra compagnia che si è avvicinata al nostro scalo. I rapporti di conoscenza hanno consentito il ritorno di Ryanair a Trapani. Ora siamo arrivati a 40 voli nel periodo estivo e stiamo riprogrammando una stagione estiva ancora impegnativa per lo scalo di Trapani e non ci fermiamo. Abbiamo preso contatti con Alitalia con la quale stiamo interloquendo per nuovi voli su Trapani e abbiamo altre compagnie che si sono interessate a noi a seguito della vicenda Catania.
Salvatore Ombra c’è un altro tema, quello del "Natale amaro" per il caro voli. Il Fatto Quotidiano riporta che costa meno per arrivare in Sicilia, fare Milano Tirana Tirana Palermo o, addirittura, Milano Parigi Parigi Palermo. Concretamente cosa si può fare?
Concretamente nulla. E’ semplicemente una legge di mercato, quando la domanda è superiore all’offerta i prezzi aumentano e difficilmente si possono controllare gli effetti di una cosa del genere e non si possono calmierare attraverso leggi o decreti.
Ombra, una domanda che da adesso e per i prossimi due anni le faranno ogni settimana, si candiderà a sindaco della città di Marsala alle elezioni del 2025?
Io in questo momento faccio l’aeroportuale, mi piace quello che faccio. Non posso non dire che l’idea non mi solletica e che è una cosa che va esclusa a priori, però in questo momento sono impegnato nella gestione dell’aeroporto, ho una prospettiva di qua a fine anno, perché il mio mandato scade e sarà rimesso nelle mani del presidente della Regione, se vorrà riconfermarmi o meno. Tutto questo, premesso che un mestiere ce l’ho, con un’azienda da portare avanti e da gestire. Fare l’aeroportuale è una cosa che mi piace e mi fa piacere che la gente apprezzi il mio lavoro, tranne qualcuno che non condivide la scelta dell’euro che ribadisco, serve a disciplinare il traffico nella zona antistante l’aeroporto e a contribuire agli investimenti che stiamo facendo all’interno dell’aerostazione. Con l’euro diamo un contributo importante e incentiviamo un aeroporto, e non è poca cosa, che abbiamo nella nostra provincia. L’euro non serve per alimentate il mio compenso.