Scena muta davanti al Gip del Tribunale di Palermo Walter Tortorici, 8 delle 10 persone coinvolte nell’operazione “Breaking Bet”, che, ha consentito di smantellare una presunta organizzazione criminale operante nella fascia orientale della provincia agrigentina, su un giro di scommesse on line illegali oltre che di estorsioni mafiose. Tutti quanti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Davanti al giudice sono comparsi quattro indagati finiti agli arresti domiciliari e altrettanti nei cui confronti sono state disposte misure interdittive in ambito professionale e imprenditoriale. Si Tratta di Sergio Cantavenera, 47 anni, Antonio Cardella, 34 anni, Antonino Damanti, 40 anni e Angelo De Marco, 45 anni tutti di Licata. A seguire gli altri quattro indagati di Licata e Campobello di Licata.
L’indagine è stata condotta sul “campo” dal personale della Dia di Agrigento e coordinata dai magistrati della Dda di Palermo. In carcere è finito Vincenzo Corvitto, 50 anni, di Licata. Avrebbe messo le attività economiche nella sua titolarità o disponibilità nel settore del mercato dei videopoker e delle scommesse online a disposizione di Cosa Nostra, effettuando – secondo l’accusa – diverse operazioni in favore di esponenti mafiosi di Campobello di Mazara, cittadina trapanese dove ha trascorso parte della latitanza il boss Messina Denaro.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, in ordine alle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attività d’intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l’installazione di apparecchiature di gioco in assenza di concessione dell’Agenzia dei Monopoli, nonché estorsione aggravata dall’agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori.