Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/11/2023 10:30:00

Nuove accuse per l'autista di Messina Denaro. Si presentava come suo emissario

Nuove accuse per Giovanni Luppino “l’autista” di Matteo Messina Denaro. Andava in giro come emissario del boss e chiedeva denaro. L'udienza preliminare davanti al gip è stata rinviata al 24 novembre, per le nuove carte da vagliare. 

Il 16 gennaio, quando venne arrestato assieme al boss di Castelvetrano, nei pressi della Clinica La Maddalena, Luppino disse ai pm di conoscere appena il 61enne e di non sapere chi fosse in realtà: “Me lo hanno presentato come Andrea Bonafede”. Le sue dichiarazioni, però, non hanno convinto i giudici e gli accertamenti dei carabinieri avrebbero fatto emergere una realtà totalmente diversa.

Sembra che Luppino, infatti, prima dell’arresto si fosse presentato ad alcuni imprenditori locali presentandosi come un “emissario” del boss di Castelvetrano. E quello del giorno dell'arresto non sarebbe stato il primo “passaggio” dato a Messina Denaro in clinica. Per questo all’accusa di favoreggiamento aggravato si è aggiunta quella di associazione mafiosa.

Alcuni testimoni avrebbero confermato come l’autista del padrino di Castelvetrano chiedesse somme di denaro destinate al boss, anche se Luppino avrebbe negato di averli consegnati.