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26/11/2023 08:00:00

"Finte" indennità di disoccupazione. 51 a processo a Marsala, nessuno condannato

  Con una serie di assoluzioni e prescrizioni si è concluso, al Tribunale di Marsala, un altro maxi-processo avviato con le ipotesi di falso ideologico e truffa aggravata in concorso in danno dell’Inps.

Truffe che sarebbero state commesse attraverso la richiesta di numerose “indennità di disoccupazione” per l’accusa non dovute. Alla sbarra, c’erano 51 persone, quasi tutte di nazionalità tunisina, ma anche qualche italiano e cittadini dell’est europeo, che sarebbero state impegnate in agricoltura. Il rinvio a giudizio è stato disposto, il 16 dicembre 2020, dal gup Riccardo Alcamo. Il processo (“Zidani Sahar + 50”) si è svolto davanti al giudice monocratico Francesca Maniscalchi, che ha emesso la sentenza. Secondo l’iniziale accusa, i braccianti, in concorso con Giuseppina Randazzo, per la quale si è proceduto a parte, nella trasmissione della denuncia aziendale avrebbero indotto in errore “i funzionari dell’Inps che, ritenendo sussistenti i presupposti per ottenere le conseguenti prestazioni previdenziali e assistenziali, disponevano l’iscrizione nell’apposito elenco dei lavoratori agricoli, successivamente presentando telematicamente all’Inps, la domanda di disoccupazione agricola nella quale dichiarava di avere prestato a favore dell’azienda giornate lavorative in realtà mai realizzate”.

Le indennità percepite andavano da 500 a oltre 7 mila euro. Epoca dei fatti contestati è stato il biennio 2016/17. A difendere i 51 imputati sono stati gli avvocati Antonella Bonafede, Fabrizio D’Andrea, Pietro Pipitone, Simone Bonanno, Fabrizio Torre, Silvia Di Girolamo, Graziella Rallo, Carmelo Prestifilippo, Ludovico Bisconti, Vincenzo Fabio Pernice, Carlo Ferracane, Alessandro Casano, Giuseppe Tumbiolo, Anna Calamia, Antonina Milazzo, Laura Montana, Margherita Gaudino e Caterina Titone.