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27/11/2023 06:00:00

Trapani, l’ASP porta la psicologia in ospedale

 Uno psicologo in ospedale a Trapani. Ma lo psicologo in un ospedale cosa può fare? C’è un bimbo che aspetta di essere operato, è agitato. E’ un bimbo, per cui calmarlo e renderlo collaborativo può non essere facile.

Così, uno psicologo usa i giochi per esorcizzare la sua paura, dialogare con lui così da aiutarlo ad affrontare l’operazione e il dolore. Lo psicologo trova ottimo supporto negli operatori ospedalieri, medici e infermieri, lavorando in equipe con loro e con i famigliari del bimbo. Una favola televisiva? No, questo è ciò che normalmente accade nel reparto di chirurgia pediatrica all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.


La testimonianza è stata raccolta durante la presentazione organizzata dalla Unità Formazione e Aggiornamento del personale dell’Asp ed ECMNAZZARI, del libro “La Psicologia Ospedaliera in Italia, sentieri narrativi della clinica” realizzato dagli psicologi psicoterapeuti Giuseppe Giacalone, direttore Psicologia dell'Asp Trapani e Antonino Domingo, in servizio alla Psicologia Ospedaliera del Sant’Antonio Abate.
Si tratta di una raccolta di testimonianze dirette e storie di psicologia ospedaliera che sottolineano il valore terapeutico della relazione con operatori e pazienti.

 

 

 

L’importanza degli psicologi nella realtà ospedaliera riguarda non solo la cura del paziente ricoverato, ma l’intero sistema ospedaliero in tutte le sue sfaccettature. Facendo riferimento all’ultimo episodio di violenza all’ospedale Civico di Palermo dove, il 21 novembre scorso, un operatore sanitario è stato aggredito a calci, pugni e morsi in testa, l’assessore regionale alla salute Giovanna Volo intervenuta da remoto, ha sottolineato che “umanizzare le cure credo che in questo momento storico sia un elemento decisivo”.


“Nel momento in cui abbiamo deciso di raccogliere le esperienze della psicologia ospedaliera- ha aggiunto Vincenzo Spera, Commissario straordinario dell’A.S.P. - lo abbiamo fatto in ambito nazionale, coinvolgendo anche quegli ospedali nei quali ci sono grandissime realtà e che raccoglie l’esperienza di 15 ospedali. Quest'anno abbiamo la possibilità di poter annoverare il servizio di psicologia ospedaliera che, ora, è un servizio che non si trova normalmente in altre aziende. Abbiamo voluto fortemente realizzare questa iniziativa per dare la possibilità concreta a tutte le persone che si accingono a entrare all'interno dell'ospedale, di offrire un'assistenza implementata su un percorso di umanizzazione. Questo perché l'assistenza psicologica è importante soprattutto nei reparti dove c'è una maggiore criticità e fragilità da parte dei pazienti”.


“E’ importante che il complesso dell’organizzazione sanitaria abbia nei protocolli operativi una integrazione con gli aspetti psicologici. – afferma nel suo intervento David Lazzari, Presidente nazionale del C.N.O.P. - C’è già una legge nazionale, la 176 del 2020, che prevede come in ogni azienda sanitaria ci sia un coordinamento della psicologia, comprese le aree ospedaliere. Quindi servono sempre più psicologi e forme organizzative in grado di valorizzare la funzione psicologica verso i cittadini ricoverati, i familiari e gli operatori relativamente alla comunicazione e alla gestione dello stress e delle emozioni. I temi sono tanti, li abbiamo visti anche nella pandemia, quando abbiamo fatto un protocollo con l'Inail per l'intervento psicologico soprattutto negli ospedali e a supporto degli operatori in relazione al burnout da stress che, laddove è stato attuato, ha dato risultati ottimi, nonostante la carenza purtroppo di una rete a livello nazionale. Siamo ancora a macchia di leopardo in situazioni fortunate e situazioni invece assolutamente sbagliate, creando così cittadini di serie A e cittadini di serie B”.


“Una indagine fatta dal C.N.O.P. – prosegue Lazzari - riporta che l’80% dei cittadini italiani vorrebbe più psicologi all'interno degli ospedali. Credo che su questo ci sia purtroppo un ritardo di consapevolezza da parte di chi deve decidere quali investimenti indirizzare alla sanità.
La lotta è una battaglia di modernizzazione dell'internazionalità, perché promuovere la psicologia in ospedale significa modernizzare il sistema rendendolo più efficiente andando incontro ai bisogni dei cittadini e degli operatori”.
Anna Restivo