In Sicilia i treni vanno alla stessa velocità di un uomo in bicicletta: 26 km/h.
E’ il calcolo fatto dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, un ente diretto da Carlo Cottarelli che, insieme a Leoluca Virgadamo, ha firmato uno studio sullo stato in cui si trovano le ferrovie siciliane.
Studio che viene pubblicato mentre il Governo Meloni, e il ministro Matteo Salvini, spingono sempre di più sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. In tantissimi però non sono d’accordo. Ieri hanno sfilato in molti a Messina in una manifestazione per dire “no” al Ponte sullo Stretto. Un’opera che costerebbe circa 14 miliardi di euro e che per il ministro Salvini si dovrebbe colmare il divario Nord-Sud. Ma come sottolinea lo studio dell’osservatorio “per lo sviluppo di un’area, anche la rete di trasporti locali è però importante, e lo stato della rete ferroviaria locale in Sicilia è molto debole”. Che senso ha quindi realizzare il Ponte se in Sicilia strade e ferrovia sono in condizioni pessime? Lo studio cita due esempi. I lavori di raddoppio della tratta Palermo-Messina si prolungano da tempo; dall’altro la manutenzione della Palermo-Trapani, passante per Milo, interrotta dal 2013 per una frana, obbliga qualsiasi collegamento con Trapani a procedere passando per Castelvetrano, più che raddoppiando le distanze da percorrere.
La rete ferroviaria siciliana
La rete ferroviaria siciliana rappresenta, con i suoi 1.370 km di ferrovia, l’8 per cento della rete nazionale. La rete ferroviaria’ è classificata nella sua interezza come “complementare”, ossia a traffico ridotto, di collegamento fra i bacini regionali e le direttrici principali . Di questi 1.370 km, soltanto 223 (il 16 per cento) sono a doppio binario, contro il 46 per cento della rete nazionale. Riguardo al tipo di alimentazione, il 42 per cento delle tratte regionali è alimentato a diesel, contro il 28 per cento delle tratte nazionali.
C’è anche qualcosa di positivo. I treni siciliani sembrano essere in linea con quelli nazionali in termini di puntualità: nella media nazionale i treni regionali con un ritardo inferiore ai cinque minuti sono stati, nel 2022, il 94,4 percento. In Sicilia, secondo quanto riportato sul sito web della regione, nel 2023 il 95,5 per cento dei treni è stato puntuale. Tuttavia, la regione non riportata la soglia di riferimento per il calcolo della puntualità. In ogni caso, la puntualità è di qualche rilievo se i tempi di percorrenza sono ragionevolmente simili, e purtroppo non è così.
La velocità
Per cercare di capire di più sulle ferrovie siciliane, e la velocità media dei treni, gli studiosi hanno considerato due fasce orarie di partenza, dalle 8:00 alle 9:00 e dalle 14:00 alle 15:00.
Come regioni di confronto sono state utilizzate Piemonte (per il Nord) e la Toscana (per il Centro).
Ecco la differenza.
La differenza di velocità negli spostamenti è evidente: andare da una città all’altra in Sicilia implica lo spostarsi, in media, a 26 km/h. Tra le tratte con le velocità più lente, e quindi i tempi di viaggio più elevati, spiccano i collegamenti da e verso Trapani, che richiedono un tempo di viaggio di un minimo di quattro ore, una durata enorme se si pensa che la distanza Palermo-Trapani è di soli 75 km. Altro esempio sono i collegamenti con Ragusa: un qualsiasi viaggio da o verso Ragusa richiede un tempo di percorrenza minimo di cinque ore, a eccezione della tratta Ragusa-Siracusa, dove il viaggio dura due ore per coprire però una distanza di soli 52 km.
Nello studio viene riportato che il Governo Meloni ha assicurato che nell’ambito della realizzazione del Ponte si faranno investimenti sulle ferrovie siciliane attraverso i fondi Pnrr. I progetti in corso, che dovrebbero essere completati entro il 2027, sono quattordici.
Intanto le ferrovie cadono a pezzi.