Vedeva in Matteo Messina Denaro un mentore, una persona da venerare. Di più. Il boss, per Martina Gentile, era come un padre. Figlia di Salvatore Gentile, mafioso ergastolano proprio per degli omicidi commessi su ordine di Matteo Messina Denaro, sarebbe per gli inquirenti la custode delle ultime volontà, degli ultimi segreti, del numero uno di cosa nostra morto il 25 settembre.
Martina Gentile è stata arrestata nei giorni scorsi a Pantelleria, dove insegnava in una scuola, e posta agli arresti domiciliari. La 31enne è figlia di Laura Bonafede, arrestata nei mesi scorsi anche lei per il rapporto che avrebbe intrattenuto con Messina Denaro durante la latitanza. Gentile, come la madre, insegnava, e non si esclude che possa essere radiata anche lei. Per gli investigatori Matteo Messina Denaro ha “inevitabilmente affidato alle persone a lui più vicine e care” i suoi segreti, le sue ultime volontà. Tra queste persone c’era senz’altro la giovane donna per la quale il boss spendeva elogi nei suoi pizzini. La considerava come una figlia, ne apprezzava il modo di comportarsi. Un comportamento condizionato da quella che gli inquirenti chiamano “tradizione mafiosa familiare”. E proprio queta avrebbe condotto la donna a venerare il suo mentore. “Tale adorazione non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano”, scrivono gli inquirenti.
Per i magistrati della dda di Palermo non ci sono dubbi che la donna abbia avuto un ruolo centrale nel portare avanti la latitanza di Messina Denaro, e soprattutto nella gestione delle comunicazioni del boss. Gentile, infatti, avrebbe diviso i pizzini del boss con Lorena Lanceri, la vivandiera di Messina Denaro, dalla quale il boss andava quotidianamente a pranzo e cena a Campobello di Mazara. Pizzini che venivano scambiati tra le due donne nello studio dell’ex assessore di Campobello, Simone Tramonte, dove lavoravano.
Ma secondo quanto emerso dalle indagini Martina Gentile portava con sè la figlia piccola nel passeggino quando doveva consegnare pizzini. Era un modo per allontanare i sospetti. E per un po’ ci sono riusciti, perchè le telecamere piazzate davanti casa della madre Laura Bonafede avevano ripreso qualcosa, ma non abbastanza da percepire che la ragazza fosse lì per consegnare alla madre i pizzini di Messina Denaro. Scavando negli appunti del boss gli investigatori hanno ricostruito che Messina Denaro, il giorno prestabilito per l’incontro, segnava sul calendario il nome “Tany”, riferendosi a Martina. E qualche volta il latitante passava da casa Gentile-Bonafede con la sua Alfa, la ragazza faceva un cenno mentre stava davanti casa, ma nulla di appariscente. Oggi, riguardando quelle immagini, gli investigatori si sono accorti dei contatti tra la ragazza e il boss. Martina Gentile ha anche incontrato il suo padrino: “Che immensa gioia poterti abbracciare, è stato bellissimo, mi sono sentita protetta, importante, felice, non so spiegarti” gli scriveva.
Martina Gentile per Messina Denaro era come una figlia. Lo stesso boss lo scrive alla sorella Giovanna: “E’ come se fosse mia figlia, ha molto di me perchè l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”.
Un comportamento mafioso che Martina Gentile vorrebbe trasmettere alla figlioletta. Le indagini infatti hanno svelato che la giovane consegnava pizzini riservati, usando la figlia come copertura. La madre, Laura Bonafede, rassicurava Messina Denaro sull'influenza mafiosa su "Mini cugino" (il soprannome della figlia di Martina, nel codice dei pizzini): «Mini cugino (il nome in codice assegnato alla bimba, ndr) ti conoscerà dai miei racconti e da quelli di Tany (Martina Gentile, ndr) perché sei stato troppo importante per noi».
Proprio per questo la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha chiesto la decadenza della responsabilità genitoriale per Martina Gentile. La procura per i minorenni aveva già mosso azioni simili a maggio, ma il gip aveva rigettato la richiesta. Ora, la procura potrebbe depositare la nuova ordinanza basata su prove di consegne di pizzini da parte di Martina Gentile.
Da mesi, la procura per i minorenni ha avviato un ampio percorso di tutela dei figli di mafiosi. Oltre un centinaio di richieste sono state fatte al tribunale per allontanare i bambini da contesti pericolosi.
Il protocollo fra Procura della Repubblica e Procura per i minorenni mira a uno scambio più proficuo di informazioni per agire tempestivamente e prevenire il rischio di devianza dei minori cresciuti in contesti mafiosi.
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