La Sicilia soffre un'emigrazione sanitaria massiccia. Il motivo? Il mancato rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e un sistema sanitario regionale che non garantisce adeguate cure, spingendo i malati a "fuggire" verso regioni più attrezzate del Centro-Nord. Questa situazione ha generato un danno economico stimato in circa due miliardi di euro tra il 2010 e il 2019.
Secondo il Nuovo Sistema di Garanzia del Ministero della Salute, la Sicilia si classifica come quartultima tra le regioni valutate, con un punteggio di 183, dimostrando il persistere di carenze nell'erogazione delle cure sanitarie. Solo Sardegna (169,7), Calabria (160) e Valle d'Aosta (147,2) si collocano dietro la Sicilia, mentre regioni come Emilia-Romagna (281,2), Toscana (274,5) e Provincia autonoma di Trento (268,4) guidano la classifica.
Questa decadenza delle prestazioni sanitarie siciliane è confermato anche dal Crea, che valuta vari aspetti delle performance sanitarie. La Sicilia si posiziona al 15º posto su 20 regioni italiane, con un punteggio appena superiore al minimo di 30 punti. Le regioni del Nord-Est, come Veneto (59 punti), Provincia autonoma di Trento (55) e Provincia autonoma di Bolzano (52), dominano la classifica per la qualità delle cure offerte.
L'emigrazione sanitaria, oltre a rappresentare una sfida sociale, comporta costi significativi. Tra il 2010 e il 2019, tredici regioni, principalmente del Centro-Sud, hanno accumulato un saldo negativo di 14 miliardi di euro a causa di questa mobilità verso regioni con migliori strutture sanitarie. Al contrario, le regioni con saldo positivo, come Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, evidenziano una migliore efficienza nei servizi offerti.
La questione diventa particolarmente critica quando si tratta di patologie gravi come il cancro. Più di 60.000 pazienti affetti da tumori, residenti nel Mezzogiorno, hanno preferito spostarsi verso strutture ospedaliere del Nord tra il 2017 e il 2021. Questo dato, oltre al costo economico, mette in luce il disagio e la fatica cui sono sottoposti i pazienti in cerca di cure migliori.
La mobilità sanitaria risulta particolarmente preoccupante in regioni come Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, evidenziando un problema di iniquità nell'accesso alle cure. La salute non dovrebbe dipendere dalla regione di residenza e combattere patologie gravi non dovrebbe significare spostarsi verso altre parti del paese. È urgente affrontare questa situazione per garantire a tutti il diritto a un'assistenza sanitaria adeguata, indipendentemente dal luogo in cui si vive.