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10/12/2023 06:00:00

Il caso del farmacista di Marsala non c'entra nulla con quello del gioielliere ... 

 Ha fatto molto discutere la vicenda, raccontata dal Tp24, del farmacista  di Marsala che ha "arrestato" un rapinatore. La vicenda la raccontiamo qui. In sintesi, lo scorso 29 novembre, il proprietario ed il dipendente di una Farmacia di Marsala, hanno proceduto all’arresto in flagranza di F.M., classe 1986, pluripregiudicato, per il reato di tentata rapina e lesioni personali aggravate dall’utilizzo di un taglierino. L’uomo, infatti, dopo essersi introdotto all’interno dell’esercizio con il volto travisato da uno scaldacollo, indossandolo come se fosse un passamontagna, si dirigeva di corsa presso il retro del bancone della farmacia, brandendo un taglierino e rivolgendolo verso la moglie del proprietario, intimandole la consegna del denaro per poi afferrarla per il collo alle spalle. Fortunatamente, è intervenuto titolare della farmacia il quale, utilizzando un timbro, colpiva il rapinatore per liberare la moglie dalla sua presa. Da lì, iniziava una colluttazione al termine della quale, grazie all’aiuto di un dipendente della farmacia, il malvivente rovinava al suolo così da venire immobilizzato. E' stata poi chiamatala polizia, che ha preso in consegna il rapinatore.

I commenti, in rete, sono stati tanti. E in molti hanno paragonato la vicenda del farmacista, con quella del gioelliere di cui molto si parla in questi giorni. Di cosa si tratta?  Di un commerciante che  ha inseguite per strada dei rapinatori, uccidendoli a  colpi di pistola. Si è accanito inoltre a calci su uno dei cadaveri. Il tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Una sentenza ha stabilito che non fu legittima difesa ma una vera e propria esecuzione. La corte d’assise di Asti ha condannato a 17 anni per omicidio volontario, pertanto, l'uomo, Mario Roggero. assegnando anche una provvisionale di 480mila euro alle famiglie dei morti, immediatamente esecutiva, 

Ecco, i commenti sui social ed invsono del tipo: "Ah, vedrete che ora il farmacista passerà dei guai", oppure: "Farà la fine del goielliere". No, sono cose completamente diverse. E le spieghiamo. 

Il farmacista di Marsala si è avvalso di una facolta prevista dalla legge: l'arresto da parte di un privato cittadino. L’arresto, in Italia,  è una misura precautelare di cui sono titolari gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria. Il codice tuttavia autorizza all’articolo 383 anche i privati,sempre che si tratti di delitti perseguibili d’ufficio (non si può arrestare uno per diffamazione, per dire ...). Tutto nasce per favorire la repressione di fatti illeciti attraverso la volontaria collaborazione dei cittadini con le istituzioni, ed è anche una  forma di autotutela rispetto a gravi delitti, come la rapina, per i quali la legge prevede l’arresto obbligatorio in flagranza. La persona che ha eseguito l’arresto deve, senza ritardo, consegnare l’arrestato ed il corpo del reato alla polizia giudiziaria, che redige il verbale di consegna rilasciandone copia. La Corte di Cassazione ha chiarito che determinante ai fini della legittimità dell’arresto è la circostanza che la persona arrestata non venga trattenuta dal privato intervenuto nell’operazione oltre il tempo strettamente necessario per la consegna agli organi di polizia, in modo da evitare che una misura eccezionale si trasformi in un “sequestro di persona” dell’arrestato. 

Il gioielliere di Asti, invece, che ha sparato e ucciso i rapinatori, inseguendoli fino in strada, è stato condannato perchè la sua reazione è andata ben oltre la legittima difesa. Ed è stato condannato a 17 anni per questo. Il nuovo idolo delle folle, Vannacci, mostrando di capire poco di diritto, se ne è uscito con una frase del tipo "Per me difendersi non è mai un reato”.  Ma, a parte che la difesa non è sempre legittima, nel caso di Asti siamo oltre, come spiega il procuratore del luogo: "Una reazione che avviene dopo il fatto, e fuori dal negozio, non può essere legittima difesa”.  I presupposti per la legittima difesa sono ben precisi e sono la necessità di difendersi, l’inevitabilità altrimenti del pericolo alla propria incolumità e la proporzione tra la difesa e l'offesa subita.