Sono due i siti della provincia di Trapani, la frazione di Fulgatore e Calatafimi Segesta, inserite tra le 51 località individuate nella Carta elaborata da Sogin e Isin e ritenute idonee per ospitare il deposito nazionale di rifiuti nucleari. Il ministero dell'Ambiente ha pubblicato sul proprio sito l'elenco delle aree idonee suddivise in sei regioni.
Entro 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, possono essere presentate le candidature a ospitare il deposito da parte di enti territoriali e strutture militari.
Fulgatore e Calatafimi sono state, dunque, confermate, erano già state inserite nella pre selezione, comunicata a fine 2020, e che tanta agitazione aveva creato nella comunità locale. In realtà la scelta per la realizzazione del sito è su base "volontaria", ci si deve dunque candidare.
Già in passato la prima scelta delle due località trapanesi aveva scatenato proteste e indignazione, ma, su tp24 abbiamo spiegato come stanno realmente le cose. Come detto, la Carta si limita a indicare aree, in tutto il Paese, dove (dopo uno studio approfondito) non sono emerse controindicazioni a localizzare il deposito. C'è così questa mappa di possibili siti candidati, e, al termine della consultazione, verrà fatta la selezione.
In Europa fanno a gara per accaparrarsi il deposito per via degli incentivi e dell'indotto - Nel resto d'Europa i territori fanno quasi a gara per ospitare un deposito di scorie nucleari (sulla cui sicurezza i motivi di preoccupazione sono nulli). Perchè? Perchè ci sono tantissimi incentivi, e anche un indotto notevole. Il deposito, infatti, è un'infrastruttura capace di occupare 20.000 persone nei quattro anni di costruzione previsti e 700 persone a regime. E' situato all'interno di un parco tecnologico per cui si prevede un investimento di due miliardi. Soldi che già ci sono: infatti,nella bolletta della luce che ci arriva a casa sono già compresi gli oneri per questa infrastruttura. Che è obbligatoria. L'Italia se non si doterà a breve del deposito rischia di pagare multe salatissime, ed è già in infrazione. Tutto è ben spiegato nel sito dedicato che si chiama www.depositonazionale.it.
LE REAZIONI, IL SINDACO GIACOMO TRANCHIDA - Alla notizia della pubblicazione della Carta dei siti idonei da parte del Ministero dell'Ambiente non si sono fatte attendere e il "No" è unanime. Tra i primi a dire "No" il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida. Trapani dice “No” alla realizzazione di un deposito per rifiuti nucleari. Il sindaco Giacomo Tranchida è stato categorico. La sua netta presa di posizione scaturisce dalla pubblicazione sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai). La Carta è stata elaborata da Sogin e Isin e individua 51 locazioni possibili. In Sicilia ci sono le aree di Segesta e Trapani.
Sicindustria Trapani: "pronti a fare barricate" - “Si tratta di una proposta non accettabile – commenta il presidente di Sicindustria Trapani, Vito Pellegrino – perché parliamo di due delle zone più pregiate dal punto di vista paesaggistico, turistico, archeologico e agricolo e pensare minimamente di realizzare in questi luoghi un deposito nazionale di rifiuti radioattivi appare una idea assurda, frutto di una valutazione quantomeno superficiale. Se questo non fosse sufficiente, segnaliamo anche che la provincia di Trapani è caratterizzata da una forte carenza infrastrutturale che riguarda soprattutto il settore dei trasporti. Carenza che rende già difficoltoso e molto costoso il trasporto di beni. Come si potrebbe garantire il trasporto in sicurezza di rifiuti radioattivi? Ci chiediamo anche come mai il Governo non tenga conto di Trapani quando essa risulta agli ultimi posti delle classifiche per qualità della vita (99esima), per tasso di occupazione (42%), per pil pro-capite (con i circa 15.000 euro la nostra provincia continua a posizionarsi al centesimo posto della graduatoria nazionale il cui pil è di 27.500), per non parlare della fuga dei giovani e degli investitori. Stiamo facendo uno sforzo immane per cercare di attrarre investitori e per promuovere l’immagine della Sicilia occidentale e oggi ci troviamo a dover contrastare l’ennesima beffa che, se venisse confermata, ci vedrà costretti a innalzare le barricate. Chiediamo quindi un intervento deciso e urgente da parte di Regione ed Enti locali interessati così da scongiurare l’ennesimo scempio ai danni del nostro territorio”.
CALATAFIMI SEGESTA, IL NO DEL SINDACO GRUPPOSO - Non basta avere uno dei Parchi archeologici, Segesta, più belli e più rinomati del Mondo, un fiume di acque calde termali famoso fin dai tempi dei Romani, una cittadina medievale impareggiabile per bellezza come Erice, essere la provincia più "vitata " d'Italia, e rappresentare quindi uno dei principali poli turistici della Sicilia, tutto questo non è bastato ad evitare che questo territorio rimanesse nell'elenco delle aree idonee ad ospitare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi. Un pervicacia scellerata che insospettisce circa le ragioni ed i criteri con cui ancora oggi, secondo la Sogin e il Mise, i 2 siti di Calatafimi Segesta e Fulgatore permangono idonei nella lista. Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ed il sindaco di Calatafimi Segesta Francesco Gruppuso esprimono, pertanto, la loro netta contrarietà a questa ipotesi ed annunciano una strenua battaglia per sventare questo attacco al nostro territorio, consapevoli di rappresentare gli interessi dei loro cittadini e di tutta la provincia di trapani.
DEMOCRAZIA CRISTIANA SCALA E LICATINI, MONITOREREMO LA SITUAZIONE - "La provincia di Trapani, territorio di pregio artistico, naturalistico, architettonico, vocato al turismo, non può essere luogo per ospitare rifiuti radioattivi". Lo dichiarano Giacomo Scala, segretario provinciale della Democrazia Cristiana e Caterina Licatini, responsabile Ambiente e Territorio del partito in Sicilia. "Anche nel 2021 si era ventilata questa ipotesi, che porterebbe ad una penalizzazione turistica, e anche in quell'occasione la provincia Trapanese si era opposta - ricordano Giacomo Scala e Caterina Licatini -. Non si può pensare di collocare una discarica di rifiuti radioattivi in una delle zone coltivate con vigneti, oliveti e seminativi, dove la maggior parte degli agricoltori lavora in biologico e ci sono cantine vinicole. Un settore, quello agricolo, che fa da traino per un pezzo importante dell'economia della provincia". "La Democrazia Cristiana, pur consapevole della necessità di avere in Italia depositi di rifiuti radioattivi per lo smaltimento di determinati prodotti come ad esempio quelli della medicina nucleare, si oppone fermamente alla scelta di inserire Calatafimi-Segesta e Trapani nell'elenco che individua 51 locazioni possibili nel nostro Paese, anche perché la Sicilia, essendo zona sismica, non è tra le più idonee. Monitoreremo attentamente la situazione affinchè l'indicazione delle due zone siciliane non si tramuti in realtà - affermano i due dirigenti della DC -".
M5S: No assoluto a deposito scorie nel Trapanese e in Sicilia - "Trapani e la Sicilia non sono e non saranno mai la discarica del Paese. Il governo Schifani dichiari la totale contrarietà nell’individuazione della Sicilia quale deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi in merito alla pubblicazione dell'elenco delle aree idonee a ospitare il deposito delle scorie nucleari, in cui 2 su 51 sono nell'Isola ed entrambe nella provincia di Trapani, ovvero a Trapani città e Calatafimi Segesta. “Nelle prossime ore - sottolinea la deputata trapanese - depositerò una mozione per impegnare il governo Schifani a stoppare questo ennesimo disegno a danno dei siciliani. Le condizioni geografiche, le infrastrutture, il carattere insulare, nonché i siti di pregio agricolo e archeologico delle due aree del Trapanese rendono assolutamente improponibile la proposta del CNAI”. L’Assemblea Regionale Siciliana si era già espressa nel 2018 sul no al deposito di scorie in Sicilia, approvando all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle all’ARS a firma del deputato regionale Nuccio Di Paola, oggi vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. “Non passa giorno - dice Di Paola - senza che i siciliani debbano difendersi dagli attacchi dei governi nazionale e regionale, dalla distrazione dei fondi sui trasporti, ai tagli alla sanità e oggi la nuova spada di Damocle del deposito di scorie nucleari. Faremo sentire la nostra totale contrarietà a tutti i livelli istituzionali e se necessario nelle piazze” - conclude Di Paola.
Secco “no” del Distretto Turistico della Sicilia occidentale - «È inaccettabile che il nostro territorio diventi la discarica di rifiuti radioattivi» ha dichiarato Rosalia D’Alì, presidente del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale dopo che la Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (Cnai) ha individuato tra le cinque zone italiane anche la provincia di Trapani quale area idonea al deposito. In particolare sono stati segnalati il territorio di Calatafimi-Segesta e quello ricadente nel comune di Trapani. «È impensabile che un territorio di pregio artistico, naturalistico, architettonico come il nostro, vocato decisamente al turismo, possa essere dichiarato idoneo per questa attività. Da anni cerchiamo di promuovere tutti insieme il territorio come luogo incontaminato e di grandi bellezze paesaggistiche e adesso, allo stesso modo, dobbiamo essere coesi, forze istituzionali e politiche, nel dire “no”, anche per il tramite del presidente della Regione Renato Schifani, a questa proposta “indecente” e fortemente penalizzante».
Il "No" delll'ex assessore regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà - “I territori di Catalafimi-Segesta e di Trapani, per le caratteristiche di pregio naturalistico e la vicinanza ad aree archeologiche e urbane, non sono idonei ad ospitare depositi di scorie nucleari. L’elenco del ministero dell’Ambiente contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) non tiene conto delle conclusioni che la Regione Siciliana aveva depositato nel 2021, nelle quali è stato chiaramente sottolineato che la Sicilia non può e non deve essere inserita in alcun elenco di possibili siti di stoccaggio di tali rifiuti”. A sottolinearlo è Alberto Samonà, già assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e oggi componente del Cda del Parco Archeologico del Colosseo a Roma. “Proprio in riferimento alle aree in provincia di Trapani – evidenzia Alberto Samonà – già nell’inverno del 2021, la soprintendenza dei Beni culturali di Trapani e il Parco di Segesta, avevano emesso pareri tecnici inequivocabili, che escludevano una simile ipotesi per molteplici fattori: in Sicilia il paesaggio è un fattore determinante dell’identità dell’Isola, esprimendo valori naturali, morfologici, storici, culturali ed estetici profondamente radicati. E anche in relazione alla naturale vocazione turistico-culturale e ambientale dei territori di Calatafimi-Segesta e Trapani, è da escludere categoricamente che possano sorgere depositi di stoccaggio di rifiuti radioattivi”. “L’area di Fulgatore-Trapani, peraltro, è attraversata da un acquedotto di importanza strategica per l’approvvigionamento idrico di acqua potabile. Il sito ricadente nel comune di Calatafimi-Segesta, invece, oltre a sorgere non lontano da un centro abitato, insiste in un territorio, che per la propria storia e per le testimonianze archeologiche, è contrassegnato da una forte presenza turistica”. “Sono certo – conclude Samonà – che la Regione Siciliana investirà della questione il governo nazionale, per far rimuovere nel più breve tempo possibile i due siti dall’elenco di quelli idonei ad ospitare discariche nucleari”.
Il "NO" L’ass. Zero Waste Italy e l’Accademia Rifiuti Zero Mediterraneo - Con grande preoccupazione apprendiamo la notizia dell’individuazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, nel territorio della provincia di Trapani come luogo di deposito dei rifiuti nucleari. Questa decisione presa dall’alto con autoritarismo becero, è inaccettabile e non tiene minimamente conto dei diritti dei cittadini. La provincia di Trapani, oltre ad essere ricca di una storia millenaria, è un territorio caratterizzato da straordinarie bellezze archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche, rendendola un importante polo turistico. La natura di questa provincia brilla nella sua bellezza incontaminata, e sarebbe impensabile trasformarla in uno stoccaggio di scorie radioattive. Inoltre la provincia di Trapani è la perla delle buone pratiche di gestione dei rifiuti solidi urbani con un tasso di Raccolta Differenziata del 74%. Tre comuni, Calatafimi Segesta, Alcamo e Buseto Palizzolo, aderiscono al protocollo internazionale Rifiuti Zero con il sostegno attivo delle amministrazioni locali e dei cittadini. Le scorie nucleari sono notoriamente altamente tossiche per decine di migliaia di anni e non possiamo permettere che i nostri territori siano messi a rischio, sia per la salute dei cittadini che per l’ambiente. L’ass. Zero Waste Italy e l’Accademia Rifiuti Zero Mediterraneo rappresentate dal Presidente Rossano Ercolini e della vicepresidente Patrizia Lo Sciuto, esprimono il loro sostegno al Sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e al Sindaco di Calatafimi Segesta Francesco Gruppuso per la loro dichiarata opposizione a questo scempio.
Federconsumatori: sicurezza, salute ed economia locale a rischio - Una enorme colata di cemento riempita di rifiuti nucleari e sotterrata per almeno 350 anni sotto una collina artificiale, per 10 ettari complessivi all'interno di un'area interdetta ad ogni attività economica grande 150 ettari. E' quello che potrebbe sorgere, in futuro, nella campagna di Trapani nel territorio di Fulgatore-Dattilo o in quello di Calatafimi Segesta. A due passi da dove oggi i siciliani vanno ogni giorno a cercare i migliori cannoli dell'isola, o da dove migliaia di turisti ogni anno vanno a vedere il tempio dorico di Segesta, il Governo ipotizza di creare il deposito nazionale delle scorie nucleari. "Ai fusti riempiti di scorie nucleari - commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa - preferiamo i cannoli riempiti di ricotta: almeno quelli non diventano
drammaticamente pericolosi nel caso in cui si verifichi un terremoto potente come quello che ha colpito l'area del Belìce 55 anni fa e che potrebbe, purtroppo, colpire da un momento all'altro anche a Segesta o Fulgatore. In linea d'aria - aggiunge La Rosa - non
sono neanche 50 chilometri di distanza". Federconsumatori Sicilia è pronta a difendere il diritto dei cittadini del trapanese, e di
mezza Sicilia, a vivere in piena sicurezza e senza alcun rischio per la salute derivante dalla presenza di 95.000 metri cubi di rifiuti nucleari a bassa, media e alta attività.