Finisce in cella Mario Mazzara, uno dei principali indagati nell'ambito dell'operazione antimafia "Scialandro" condotta da carabinieri, squadra mobile e Dia lo scorso ottobre tra Trapani e Custonaci, è stato trasferito in carcere dal regime degli arresti domiciliari. Durante la detenzione domiciliare ha cercato di alterare le testimonianze a suo favore.
Scialandro ha scoperchiato un sistema di interferenze illecite della criminalità organizzata con il Comune di Custonaci, l'ex vice sindaco di Custonaci, Carlo Guarano, è stato arrestato e l'ex Sindaco, Peppe Morfino, è indagato.
Le indagini hanno portato alla luce la manipolazione delle nomine politiche a Custonaci, inclusa la nomina di Irene Marceca - figlia di Giovanni Marceca, altro indagato - come assessore nella giunta dell'ex sindaco Giuseppe Morfino, coinvolto nell'indagine. Gli inquirenti ritengono che queste nomine siano frutto di collusioni illecite con la mafia, cosa che Mazzara cercava di negare o minimizzare, orchestrando accordi con altri indagati riguardo alle loro testimonianze.
Le intercettazioni, infatti, hanno svelato come Mazzara ha cercato di istruire la moglie per cercare di concordare una dichiarazione comune con Giovanni Marceca. “Non può succedere che uno dice ceci e un altro fave – così diceva alla moglie per convincere Marceca a condividere i suoi ordini – deve dire che sua figlia l’hanno nominata Carlo (Guarano, ex vice sindaco finito anche lui in carcere) e il sindaco Morfino” e di rimando Marceca rassicurava Mazzara, consegnando a parole il messaggio alla moglie: “Io il nome suo non l’ho fatto, mia figlia l’hanno nominata Carlo Guarano e il sindaco”.
Inoltre, emerge un profondo disprezzo delle vittime di mafia da parte di alcuni indagati. Carlo Guarano, ex vice sindaco coinvolto nell'indagine, ha dimostrato un atteggiamento sprezzante verso le commemorazioni di Falcone e Borsellino.
E a proposito dell'assidua frequentazione tra Mazzara e Marceca, quest'ultimo anticipava alla moglie di Mazzara, ciò che era pronto a dire ai pm: “Lui (Mazzara) è pensionato, viene qui da me (Marceca è titolare di una officina), si siede e legge il giornale…mi fa compagnia se devo andare a Trapani”. Altro contatto che Mario Mazzara ha cercato di instaurare ai domiciliari, è quello con la moglie di un altro indagato dell’operazione antimafia, Giuseppe Costa - uno dei sequestratori di Giuseppe Di Matteo -.
Su richiesta della Procura antimafia, il gip Alfredo Montalto ha così disposto la revoca dei domiciliari per Mario Mazzara e l’applicazione della misura cautelare in carcere.