“Mai depositi radioattivi in provincia di Trapani"e’ il grido d’allarme del comitato. E’ l’argomento delle ultime ore. La notizia si e’ diffusa come un baleno e non e’ stata accolta favorevolmente dagli ambienti politici e sindacali della Provincia di Trapani.
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle aree che dovrebbero essere idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari.
Si trova nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai). La Sogin, la società nazionale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, ha individuato 51 locazioni possibili.
Due di queste proprio in Sicilia e a pochissimi chilometri di distanza l’una dall’altra: Fulgatore-Trapani e Calatafimi-Segesta.
“Siamo fortemente preoccupati per la decisione assunta dal Mase che ha confermato i siti di Calatafimi Segesta e Fulgatore-Trapani come aree idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi”, scrive in una nota Massimo Fundaró Il presidente del Comitato "Mai depositi radioattivi in provincia di Trapani".
Le relazioni tecniche che il Comitato insieme ad un pool di professionisti avevano presentato circa 3 anni fa, non sono state sufficienti a convincere la Sogin ad escludere i due siti trapanesi dalla Carta delle aree idonee (Cnai).
“Così non è stato” -sottolinea il documento- “ed a questo punto riteniamo che le scelte operate dal ministero rispondano ad altre logiche. Per questo motivo rilanciamo la mobilitazione che avevamo già attivato nel 2021 e che aveva fatto raccogliere 40.000 firme a sostegno della nostra battaglia. “
I siti di Calatafimi Segesta e Fulgatore-Trapani sono stati inseriti nella lista delle 51 aree idonee ad ospitare le scorie nucleari delle vecchie centrali nucleari (Trino Vercellese, Montalto di Castro ect.) dimesse, e di tutti i rifiuti radioattivi d'Italia.
La decisione ad opera del Mase (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) è stata presa, nonostante le osservazioni di natura tecnica presentate circa 3 anni fa da parte del Comitato "Mai rifiuti radioattivi in provincia di Trapani.
“Non consentiremo mai questa follia”- dice il suo presidente Fundaro’ – “il territorio trapanese non ospiterà il deposito nazionale di scorie nucleari!” e’ il suo nuovo appello, rivolto a tutti i siciliani. “Insieme a loro difenderemo la storia, la bellezza, l'economia della nostra meravigliosa isola”, conclude.
La decisione ministeriale appare davvero bizzarra, se si pensa che In Italia non si producono tante scorie radioattive. Viene il sospetto che la logica potrebbe essere quella di smaltire le scorie di altri paesi come ad esempio la Francia.
Ancora piu’ incomprensibile la scelta, dopo che per diversi anni si e’ripetuto che il territorio trapanese possiede per sua natura le caratteristiche idonee per essere vocate e destinate al turismo, all’agricoltura, alla pesca.
Il progetto prevede la costruzione di 90 edifici in calcestruzzo armato speciale da 27×15,5×10 metri di dimensioni che verranno riempiti con migliaia di “moduli” al cui interno verranno inseriti centinaia di migliaia di fusti radioattivi. Il tutto verrebbe poi coperto di terra per creare una collina artificiale di circa 10 ettari di estensione, circondata da altri 140 ettari di terreno sorvegliato dai militari per evitare attacchi terroristici e furti di materiale nucleare.
Una semplice considerazione per capire il motivo dell’allarme lanciato: basti sapere che per essere smaltiti i rifiuti radioattivi, a molto bassa e bassa attività occorre un periodo di circa 300 anni, mentre per quelli ad alta attività, si va oltre le migliaia.
Ultimo, ma non per importanza, il tutto dovrebbe essere costruito nelle immediate adiacenze ad una zona ad alto rischio sismico com’e’ quella del Belice.
Franco Ciro Lo Re