C’è anche la ricerca di un covo in Tunisia per Matteo Messina Denaro tra i fatti emersi dall’ultima operazione che ha portato all’arresto di tre presunti fiancheggiatori del defunto boss.
Secondo i racconti di un collaboratore di giustizia, ad occuparsi della ricerca del nascondiglio per l’allora latitante sarebbe stato Domenico (Mimmo) Scimonelli. Fino al 2009 insospettabile imprenditore, ma in numerose inchieste ritenuto uomo di fiducia di Messina Denaro e mandante dell’omicidio Lombardo, a Partanna.
La pista tunisina non è nuova, e non sono nuovi i contatti e i viaggi in Africa della famiglia Messina Denaro.
In tutti questi anni di latitanza il superboss avrebbe viaggiato parecchio, almeno secondo i racconti e le indagini fatte. C’è addirittura una lettera nel 2010 in cui si parla esplicitamente dei viaggi in gommone in Africa. “Caro Matteo, tu che vivi nel caldo tepore dei focolari domestici mazaresi sappi che io ti vedo. Ti vedo fare la spola tra Torretta e la Tunisia con il tuo gommone a forma di pane”. I viaggi in Tunisia sono una tradizione di famiglia.
Molti collaboratori di giustizia hanno raccontato del tragitto in gommone effettuato da Don Ciccio, il padre di Matteo.
Poco si sa, ancora, su questa nuova pista tunisina. Matteo Messina Denaro, è certo, ha trascorso gli ultimi due anni di latitanza nel suo territorio, in particolare a Campobello di Mazara, protetto da fedelissimi e da una rete di fiancheggiatori che gli ha permesso di muoversi, almeno negli ultimi mesi, in libertà.