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09/01/2024 00:00:00

Le città siciliane hanno bisogno di alberi

 Le città metropolitane della Sicilia (ma non solo) hanno bisogno di più alberi. Il motivo è semplice. Aiutano a contrastare l’inquinamento, quindi mitigano gli effetti del cambiamento climatico - scrive Chiara Borzì su Focus Sicilia - abbassando la temperatura sulle strade. Ristabiliscono un equilibrio tra verde urbano e cemento. Il Pnrr prevede fondi per la realizzazione di “foreste urbane” e per il ripristino del verde all’interno delle città. Alcuni centri stanno già sfruttando i fondi. Il Ministero dell’Ambiente ha comunicato un nuovo investimento da 113 milioni di euro che finanzierà altri cinquantadue progetti di forestazione, con cui saranno messi a dimora oltre 2,5 milioni di nuove piante in quattordici centri. Per un intervento su circa 2500 ettari di territorio nazionale.

Palermo e Messina le città metropolitane più verdi
Catania, Palermo e Messina sono le città capoluogo che, nelle statiche riprese dal Mase (2018) mostrano il maggior indice per traffico veicolare. In tutte e tre le città metropolitane è pari a 1,3. Napoli ha lo stesso dato, mentre Milano, Roma, Genova, Bari si fermano ad 1,2. In Sicilia il rapporto con il verde urbano non è positivo in due capoluoghi su tre. Catania mostra i dati peggiori, solo il 29 per cento della superficie è coperta da verde. La metà del territorio etneo ha una “copertura arborea” compresa tra il 20 e il 40 per cento o tra lo 0 e il 20 per cento. Solo in coincidenza con le zone di Giarre, Acireale, una piccola parte di Bronte, Adrano e Mascalucia la statistica sale ad una copertura del 40 – 60 per cento. Sono peggiori i dati di Palermo. Oltre la metà della città metropolitana ha una copertura a verde compresa tra lo 0 e il 20 per cento. Solo piccoli spazi corrispondenti a Palermo città, Partinico, Collesano, Gratteri, Geraci, Palazzolo Adriano salgono a ad una copertura 20 – 40 per cento. Nel capoluogo solo il 22 per cento di territorio è a verde. Decisamente diverso il dato di Messina, dove, al contrario, solo in prossimità di Messina città e a Castel di Lucio, Tusa e Capizzi, la “copertura arborea” si ferma al 20 – 40 per cento. Tutto il resto del territorio è divisa su una presenza di verde tra il 40 e il 60 per cento e tra il 60 e l’80 per cento, in particolare a Santo Stefano di Camastra e Capo d’Orlando, Brolo e Sant’Angelo di Brolo. Così il 45 per cento della città metropolitana è coperta.

Un piano per oltre 6 milioni di alberi
Il piano di forestazione promosso dal Mase, da attuarsi con interventi di rimboschimento, si articola in 6 fasi operative. Vanno dall’individuazione e scelta delle aree da forestale fino al monitoraggio e alla manutenzione degli impianti. Gli interventi vengono realizzati o su superficie minima della proposta progettuale. Dove ciascuna proposta di forestazione, da attuarsi con rimboschimenti, deve fare riferimento a un’area complessiva di almeno 30 ettari in un contesto urbano e periurbano, e di almeno 50 ettari in ambito extraurbano. I singoli progetti possono fare riferimento ad aree non contigue purché strutturalmente e funzionalmente integrati in un progetto unitario. Inoltre su superficie minima di un’area che ospita un singolo intervento. Nel caso di progetti urbani e vicini alla città i 30 ettari possono essere determinati da più aree da forestare di dimensioni non inferiori a 3 ettari. Nel caso di interventi di forestazione fuori dalla città i 50 ettari si possono raggiungere con unità di forestazione non inferiori a 10 ettari. La messa a dimora di 6,6 milioni di alberi è prevista attraverso due fasi realizzative, una al 2022 per 1.650.000 alberi, e l’altra per il 2024 con i restanti 4.950.000 alberi, per le quali sono previsti 330 milioni di euro per le Città metropolitane. Per la realizzazione della prima fase (1.650.000 alberi) ogni Città metropolitana dovrà presentare un numero minimo di 5 proposte progettuali che prevedano in totale la forestazione attraverso rimboschimenti di almeno 150 ettari. La fattibilità dell’intero Investimento, così come la fattibilità degli obiettivi emersi dalla Strategia Nazionale della Biodiversità 2030 e dalla COP26 è evidentemente legata alla disponibilità delle aree.

 

da FOCUSSICILIA