Condannato, in primo grado, dal Tribunale di Trapani per diffamazione in danno del trapanese Antonino Caruso, è stato assolto in appello il 56enne Alberto Lipari, nato a Trapani, ma residente a Marsala. Lipari, noto alcuni anni fa come conduttore sul web del programma “Stranamuri Sicilianu”, è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dalla terza sezione penale della Corte d’appello di Palermo (presidente Antonio Napoli).
A difendere l’imputato è stato l’avvocato calabrese Giuseppe Nicotera. Alberto Lipari era stato citato a giudizio dalla Procura di Marsala (pm Silvia Facciotti) con l’accusa di avere diffamato Caruso con la pubblicazione sul suo canale Youtube di un video dal titolo “La deve scannare la deve ammazzare”, che per l’accusa era “esplicitamente riferito alla persona offesa”.
Avrebbe, inoltre, messo in rete stralci di una registrazione audio con Antonino Caruso “fraudolentemente captata – si legge ancora nel capo d’accusa – artatamente giustapposti in modo tale da ledere il suo onore e il suo decoro”. I fatti sono del 2017 e la vicenda è legata al “caso Maria di Trapani” (Maria Caruso, sorella di Antonino Caruso) che il 22 dicembre di sei anni fa ha visto condannati, in primo grado, dal Tribunale di Marsala (giudice Lorenzo Chiaramonte) Alberto Lipari e la marsalese Rosalba Platano a due anni di carcere (pena sospesa), nonché ad un risarcimento danni di 40 mila euro (di cui 15 mila a titolo “provvisionale”) per maltrattamenti in danno di Maria Caruso, per qualche tempo incontrastata protagonista del web “lanciata” dal programma “Stranamuri Sicilianu” condotto dal Lipari. Ma anche in questo caso, in appello è arrivata l’assoluzione. Sia per Lipari che per la Platano. I due, sempre difesi dall’avvocato Giuseppe Nicotera, vennero assolti (“perché il fatto non sussiste”) il 13 ottobre 2020 dalla IV sezione penale Corte d’appello di Palermo.