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18/01/2024 06:00:00

Fuga dal Sud. Dopo i giovani, adesso vanno via anche gli anziani

Fuga dal Sud per i giovani e anche per chi raggiunge la pensione e a quel punto decide di spostarsi vicino ai propri figli.


La fotografia dell’ultimo rapporto dello Svimez è abbastanza chiara: nel 2080 i residenti del Mezzogiorno saranno dimezzati. Il PNRR doveva anche servire a fermare l’esodo, pare invece che non ci sia alcuna pezza messa al flusso migratorio verso altri Paesi dal nord Europa al Giappone, dall’America all’Australia. Su 63 mila giovani emigrati nel 2023 il 42 per cento è laureato, la mancanza di lavoro o la mancanza di una adeguata retribuzione ha fatto partire tanti professionisti, con una conseguente perdita umana e culturale.
Un dato su tutti: quasi quattro lavoratori su dieci hanno un impiego a termine, la precarietà influisce sulla scelta di partire.
Dal 2002 al 2021 a lasciare il Mezzogiorno sono stati oltre 2,5 milioni di persone. Il rapporto Svimez segnala poi che le persone che vivono in povertà assoluta sono cresciute di 250 mila unità, al Centro e al Nord sono calate di 157 mila. Al Sud cala il lavoro nei settori portanti dell’economia, a partire dal manifatturiero.


Manca la visione per il Sud, mancano chiare politiche del Mezzogiorno per le infrastrutture di questa parte di paese che rimane sempre più isolato, Sicilia in testa.
Nonostante il turismo possa essere vera e concreta fonte di ricchezza, di lavoro e di sviluppo, al Sud viene fatto in maniera approssimativa e ad oggi non rappresenta alcun volano economico ma appena stagionale, nel dossier Svimez si legge: “ Con 4,3 presenze per abitante, il Mezzogiorno si colloca all’ultimo posto tra i principali paesi Ocse, con un notevole gap rispetto sia al gruppo dei Paesi più piccoli (Malta, l’Austria e la Grecia), sia ai Paesi di più grandi dimensioni (Spagna, Francia e Germania). Il numero di presenze turistiche per abitante del Mezzogiorno è pari a meno della metà del dato medio delle regioni centro-settentrionali (8,9). E le regioni meridionali stanno incontrando maggiori difficoltà a recuperare il calo delle presenze subito nel 2020: il gap risulta infatti pari al —8,0% nel Sud, contro il —5,1% del Centro-Nord”.


Ma c’è pure la questione del lavoro femminile che è poco affrontato e mai risolto, dal divario dei salari alla mancanza di servizi per l’infanzia, il PNRR non riduce alcun divario tra Nord e Sud, il tempo pieno a scuola, altro obiettivo richiesto dall’Europa, resta per il Mezzogiorno un miraggio: a Palermo, il 73 per cento dei bambini da 6 a 10 anni non ha il tempo pieno.
In assenza di visione, di politiche attive e mirate per il Mezzogiorno del paese tra qualche anno la migrazione spopolerà le città del sud. L’autonomia differenziata, osserva Svimez, espone l’intero Paese ai rischi di una frammentazione insostenibile delle politiche pubbliche chiamate a definire una strategia nazionale per la crescita, l’inclusione sociale e il rafforzamento del sistema delle imprese.