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20/01/2024 06:00:00

Marsala, la stanza di Borsellino adesso è diventata un museo. Foto e video

 C’era una gran folla di autorità civili e militari, magistrati e politici, anche il vescovo di Mazara, Giurdanella, all’inaugurazione del Museo dedicato a Paolo Borsellino nell’ex Palazzo di Giustizia di Marsala.

C’erano anche le solite scolaresche coinvolte nell’iniziativa dal Comune. “E’ una giornata molto particolare per me e le mie sorelle – ha detto, visibilmente emozionato, Manfredi Borsellino, figlio del magistrato ucciso in via D’Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992 - Non ho parole per ringraziare chi ha avuto l’idea di realizzare un museo alla memoria di mio padre. E sono contento che un magistrato come Fernando Asaro sia oggi al suo posto”.

L’iniziativa è stata della sottosezione di Marsala dell’Associazione nazionale magistrati, presieduta dal giudice Fabrizio Guercio. Ed è stata sposata da Comune, Tribunale e Procura di Marsala.

 

“Qui – ha proseguito Manfredi Borsellino – mio padre ha vissuto cinque anni e mezzo da uomo libero”. D’intesa con l’amministrazione comunale, si è deciso di realizzare il museo nella stanza, al secondo piano dell’ex Procura, che dal 4 agosto 1986 al 5 marzo 1992 fu l’ufficio di Borsellino, rappresentato su una parete dall’artista Fabio Ingrassia. “A Marsala – ha, invece, affermato il procuratore Fernando Asaro – Borsellino ha portato l’esperienza dell’ufficio istruzione di Palermo. Lui fu l’autore di una vera rivoluzione culturale e professionale in seno alla magistratura. Rivoluzione perché le parole Cosa Nostra non venivano pronunciate né all’interno né all’esterno dei palazzi di giustizia. Rivoluzione anche per il concetto di pool. Non più io, ma noi. Senza gelosie nell’affrontare i fenomeni criminali e le indagini. Con scambio di notizie si all’interno dell’ufficio che con altre strutture investigative. Qui, Borsellino ha avuto il coraggio di indagare dove altri non l’hanno fatto, lavorando sempre al servizio dello Stato e non frequentando salotti”. Sulla scrivania del suo ufficio di Marsala sono stati posti alcuni dei fascicoli sui quali Borsellino ha lavorato: quello del gennaio 1990 per le misure di prevenzione per il boss mafioso di Castelvetrano Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, e le dichiarazioni del pentito Rosario Spatola. “Era quella una magistratura – ha aggiunto Asaro – che guardava alla qualità del lavoro, non alla quantità. E questo museo deve essere anche la nostra casa, dove venire ad ispirarci”. All’inaugurazione sono stati presenti anche alcuni dei sostituti che Borsellino ebbe a Marsala: Alessandra Camassa, attuale presidente del Tribunale di Marsala, Luciano Costantini, presidente del Tribunale di Livorno, Francesco Parrinello e Giuseppe Salvo. “Su tavolo del suo ufficio oggi museo – ha ricordato Costantini – c’era l’agenda rossa. Borsellino era un uomo come tutti gli altri, ma aveva dei valori non negoziabili. E non tutti tifavano per lui”.

 

Poi, facendo riferimento ai depistaggi sulla strage di via D’Amelio, ha aggiunto: “Mi auguro che ci sia presto una sentenza che accerti la verità”. Presenti a Marsala anche il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini (“Nonostante tutto, Borsellino non smise mai di credere nelle Istituzioni, neanche dopo la strage di Capaci”), il deputato regionale Stefano Pellegrino (in rappresentanza del presidente della Regione, Renato Schifani), il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, altri sindaci della provincia, il prefetto di Trapani, Daniela Lupo, e la presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo (FdI), quella ritratta in foto alcuni anni fa, mano nella mano, nel carcere di Rebibbia, con il terrorista “nero” Luigi Ciavardini, ex Nar (organizzazione terroristica fascista), condannato in via definitiva come uno degli esecutori della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, nonché, insieme a Gilberto Cavallini, assassino del giudice Mario Amato, che indagava sull’eversione di destra. La Colosimo è una fedelissima della Meloni, che l’ha voluta fortemente alla presidenza della commissione antimafia nonostante le polemiche per quella foto a dir poco imbarazzante.