Un carro con una bara e delle rose rosse sopra, trainato da un trattore, con un cartello con su scritto: "La viticoltura è morta", firmato "Partito Agricolo Santa Ninfa". Così hanno manifestato sabato, con un corteo funebre fatto da centinaia di trattori provenienti dal comprensorio del Belice, Alto Belice e Valle del Sosio.
La marcia da Poggioreale fino alla Palermo-Sciacca, oggi sit-in a Palermo - I manifestanti si sono riuniti intorno alle 10 al mercato dell’artigianato di Poggioreale e successivamente, intorno a mezzogiorno, il gruppo si è messo in marcia ed ha percorso tre chilometri a bassa velocità sulla strada statale SS624 Palermo-Sciacca. E la protesta degli agricoltori non si ferma. Dal nord a sud sono centinaia i gruppi di agricoltori che si stanno organizzando per dare la mobilitazione nazionale prevista per oggi 22 gennaio. Questa mattina è previsto un sit-in di protesta presso la Prefettura di Palermo.
Le parole degli organizzatori - Ad organizzare la protesta due agricoltori di Poggioreale, Lorenzo Giocondo e Nino Strada. “Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Siamo stanchi dei falsi proclami, delle belle promesse fatte solo a voce, adesso vogliamo i fatti. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza di un settore che permette di portare il pane in tavola a decine di migliaia di famiglie in tutta l’isola”, afferma Lorenzo Giocondo. "Pretendiamo che il governo nazionale risolva urgentemente quattro principali punti delle nostre richieste - afferma Nino Gulli, agricoltore di Menfi - Così non possiamo più andare avanti. Siamo tartassati da troppe tasse e troppa burocrazia". "Se salta l'agricoltura in Italia salta tutto, salta il nostro cibo, saltano le famiglie, le parole di Giacomo Abruzzo, imprenditore agricolo di Santa Margherita Belice.
Ecco i motivi della protesta - Le proteste degli agricoltori sono contro le politiche dell'Ue, dell'Italia e della Regione Siciliana che dicono "favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell'agricoltura e dell'allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell'energia; l'inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani".
I Segretari Territoriali della UGL delle Unioni Territoriali di Palermo e Trapani, Claudio Marchesini e Mario Parrinello -“Stiamo seguendo con molta attenzione in queste ore l’evoluzione della protesta, è in corso di approfondimento da parte delle nostre Unioni Territoriali la protesta in particolare in Sicilia, la produzione agricola è in profonda crisi la concorrenza dall’estero è diventata insostenibile, gli agricoltori sono in grande sofferenza i ricavi sono inferiori alle spese sostenute e la politica europea ha totalmente penalizzato gli imprenditori agricoli, ci auspichiamo che sia una protesta civile nel rispetto delle regole, con presidi regolamenti e preavvisati, esprimiamo agli agricoltori la nostra solidarietà per il momento di grande difficoltà che ormai dura da fin troppo tempo non adeguatamente affrontato dagli organismi competenti”.
Ieri la protesta si è spostata a Sciacca e Menfi - La vicenda del Lago arancio di Sambuca continua a causare disagi agli agricoltori della zona. L'invaso da due mesi a causa di un'alga tossica. Non è possibile alcuna irrigazione di soccorso con le acque della diga Garcia. Il sindaco di Menfi aveva chiesto al Consorzio di Bonifica di sollecitare l'autorizzazione a una irrigazione di soccorso per le colture ortive e agrumicole con le acque della diga ma a causa di lavori alle tubazioni dell'impianto questa possibilità è stata esclusa almeno fino ad aprile 2024. Nulla da fare così per le colture di Menfi, Sambuca di Sicilia, Sciacca e Santa Margherita Belice. "Lo stop all'utilizzo delle acque del lago Arancio è arrivato a novembre, abbiamo perso le produzioni di ortaggi e agrumi - dice Nino Ciaccio del movimento Terra è Vita - ora attendiamo gli incontri con il prefetto e gli assessorati regionali competenti". Ieri il Movimento Agricoli Italiani Federati si è dato appuntamento, con i trattori, alle 7:30, davanti allo stadio di Sciacca.
L'Assessore Sammartino, "vicini agli agricolotori" - L'assessore regionale Luca Sammartino si dice vicino agli agricoltori, il suo commento: "Ci siamo schierati contro lecarni sintetiche e le scelte scellerate di una politica europea che, come abbiamo detto nel corsoditutti tavoliministeriali, penalizza inostri prodotti enon valorizza labiodiversità. Apartire dalle misure contro il caro energia e il caro carburante per le imprese attive sia nella produzione sia nella trasformazione di prodotti agricoli, abbiamo messo in campo numerose misure a sostegno del compartoe siamo pronti a fare tutto quello che è nelle nostre disponibilità per salvaguardare produzioni e livelli occupazionali. Seguiamo con attenzione le proteste di queste ore e rinnoviamo il nostro sostegno agli operatori del settore».
Integrazione salariale - I lavoratori agricoli a tempo determinato, iscritti negli elenchi anagrafici dei Comuni colpiti da eccezionali calamità o avversità atmosferiche, potranno beneficiare di un’integrazione salariale. La Regione Siciliana ha pubblicato il decreto, a firma dell’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, che, in virtù di una norma nazionale, sono state individuate, infatti, le zone interessate da fenomeni atmosferici eccezionali, come le piogge alluvionali e i forti venti. Si tratta degli eventi dall’8 febbraio al 10 febbraio 2023 nelle province di Catania e Ragusa e dal 9 al 10 febbraio in quelle di Siracusa e Caltanissetta, per la provincia di Agrigento colpita dalle grandinate dello scorso 23 settembre. Il decreto, inoltre, individua le zone danneggiate dalla peronospora: sono le province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Palermo per il periodo compreso tra il primo maggio e il 31 luglio; Ragusa dal primo giugno al 31 luglio; la provincia di Trapani relativamente al periodo tra il primo maggio e il 17 giugno.
Giovedì 25 gennaio sit-in a Strasatti del Comitato Riuniti Agricoltori - Giovedì 25 gennaio dalle ore 16 e ad oltranza il Comitato Riuniti Agricoltori organizza un sit in in Piazza Fiera a Strasatti Marsala per sensibilizzare la classe politica sulla grave crisi che l'agricoltura italiana ed europea sta attraversando. "Gli agricoltori e i cittadini tutti sono invitati a partecipare - scrive il portavoce Ignazio Ardagna - in quanto la problematica è di natura sociale. Morta l'agricoltura si porranno problemi di alimentazione e tenuta sociale".
L'intervento di Nicola Candido, Segretario Regionale di Rifondazione Comunista - "Condivamo i motivi della protesta contro le politiche agricole dell'Ue, dell'Italia e della Regione Siciliana che favoriscono il libero mercato, la concorrenza capitalistica e le grandi aziende a sfavore dei piccoli agricoltori e i prodotti a Km 0 alimentando le logiche del profitto e non della qualità del cibo. È evidente, infatti, che un settore importante come quello agricolo andrebbe tutelato, incentivato ed accompagnato per garantire produzioni sempre più di qualità e a basso impatto ambientale, salari dignitosi per chi di agricoltura e allevamento vive, un accesso economico ai servizi indispensabili alle produzioni locali e la calmierazione delle speculazioni sui terreni agricoli, in primis delle multinazionali dell’energia che saccheggiando interi paesaggi e zone agricole per produrre energia (inviata in mercati più remunerativi) senza nessuna ricaduta positiva sulle comunità locali", così il segretario Nicola Candido sulle proteste degli agricoltori.
"Avevamo già denunciato, in tempi non sospetti, questa deriva e oggi le conseguenze sono diventate devastanti per migliaia di operatori del settore - continua Candido -, Tuttavia, occorre approcciarsi in modo sistemico se si vogliono salvare l’agricoltura di qualità, le nostre terre e i posti di lavori. Sono infatti i meccanismi di liberalizzazione (l’ultimo è quello dell’energia voluto dal Governo Meloni), di privatizzazione e di abdicazione dell’intervento pubblico nella pianificazione economica che stanno producendo la crescita incontrollata dei costi, l’impoverimento dei lavoratori e l’omologazione delle produzioni a scapito della qualità".
"Gli interventi previsti nella finanziaria Siciliana 2024 del Governo Schifani che non affrontano minimamente i problemi strutturali. E la protesta degli agricoltori, infatti, smaschera qualsiasi ipocrisia o propaganda mediatica. Solo attuando politiche radicali e strutturali si può salvare l’agricoltura siciliana e i suoi posti di lavoro, limitarsi a considerare qualche incentivo o aiuto temporaneo in più sarebbe solo un palliativo - conclude Candido - per far sgonfiare la protesta e non per sostenere gli agricoltori".