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23/01/2024 08:50:00

Omicidio Amatuzzo, parlano in aula gli investigatori

Il tenente dei carabinieri Mario Bezzeccheri, del Norm di Castelvetrano, è stato ascoltato per circa tre ore, in Corte d’assise, a Trapani, nel processo che per l’omicidio di Maria Amatuzzo vede imputato il marito Ernesto Favara.

L’investigatore ha ripercorso l’iter delle indagini sin dall'inizio e anche i rapporti tra i coniugi. Nella fase delle indagini il Favara era stato interrogato due volte. In uno dei due interrogatori, disse che a colpire la moglie (che l’aveva lasciato già da qualche mese) non era stato lui per primo, ma che la donna era stata colpita dal suo nuovo compagno con una pala. E proprio su questa pala si sono concentrate molte delle domande della difesa del Favara.

In fase di indagini, Ernesto Favara aveva anche detto che la donna era caduta accidentalmente sulla lama del coltello. Versioni diverse dei fatti che non convincono. Per accusa e parti civili, infatti, è chiaro come è stata uccisa Maria Amatuzzo. Il 12 febbraio, intanto, saranno ascoltati altri testi citati dal pubblico ministero. Ernesto Favara, 64 anni, ex pescatore, di Castelvetrano, è accusato di avere ucciso a coltellate, il 24 dicembre 2022, a Marinella di Selinunte, la moglie Maria Amatuzzo, di 29 anni, di Palermo. Lo scorso 14 novembre, a rinviare a giudizio l’ex pescatore è stato il gup del Tribunale di Marsala Riccardo Alcamo. Subito dopo il delitto, Favara venne arrestato dai carabinieri, per strada, vicino casa, mentre aveva ancora in pugno il coltello sporco di sangue. Maria Amatuzzo, qualche mese prima di essere uccisa, aveva lasciato il marito (attualmente sotto processo, in Tribunale, a Marsala, per maltrattamenti familiari) ed era andata a vivere con un altro uomo. Il 24 dicembre 2022, la Amatuzzo sarebbe stata attirata con un pretesto dal Favara nella sua abitazione di Marinella di Selinunte (“Vieni a prenderti il cappotto, io non sarò a casa”), ma quando entrò nel garage venne subito accoltellata. Dall’autopsia è emerso che i fendenti sarebbero stati 28, inferti in varie parti del corpo. Tra le cinque aggravanti contestate dall’accusa, anche i “futili motivi” (gelosia), la premeditazione e la crudeltà, perché dopo avere inferto colpi letali continuava ad accoltellarla. Favara è difeso dagli avvocati Margherita Mariella Barraco e Valentina Blunda, mentre le parti offese (genitori, una sorella e uno zio della Amatuzzo) sono assistite dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta. Oltre a loro, si sono costituite parti civili anche due associazioni antiviolenza sulle donne rappresentate dalle avvocatesse Roberta Anselmi e Marilena Messina.