Respinte le eccezioni difensive, si andrà al rito abbreviato, davanti al gup Sara Quittino, per il 28enne marsalese Giuseppe Rallo, accusato del tentato omicidio dell’ex compagna, di maltrattamenti in famiglia e furto. Si entrerà nel vivo nell’udienza del prossimo 5 marzo.
Nel processo sono costituiti parte civile l’ex convivente di Rallo (L.F., di 22 anni), rappresentata dall’avvocato Vincenzo Forti, e l’associazione “Casa di Venere”, rappresentata dall’avvocatessa Roberta Anselmi. Questi i fatti: nella tarda serata del 16 luglio dello scorso anno, lungo una strada alla periferia di Marsala, un’arteria che collega la via Favara alla via Salemi, Giuseppe Rallo
avrebbe investito L.F. con la sua auto mentre la giovane procedeva su un monopattino. Nell’impatto la ragazza riportò fratture scomposte ad una gamba e al bacino, nonché una lesione ad uno dei reni.
Qualche mese prima aveva lasciato l’abitazione con cui viveva con il compagno, dal quale ha avuto due figli, perché, pare, stanca dei continui maltrattamenti. Dopo la denuncia presentata ai carabinieri, Giuseppe Rallo (accusato anche di aver rubato lo scooter all’ex compagna) è stato arrestato e rinchiuso in carcere. A fine agosto, inoltre, la ragazza denunciò di essere stata
minacciata, alla presenza di un’amica, dal nonno del suo ex compagno, con l’intimazione a cambiare versione davanti al giudice.
L’indomani, la giovane ricevette, via whatsapp, dall’ex suocera una serie di messaggi audio con insulti e minacce. Gli audio furono allegati alla denuncia, in cui si ipotizzano i reati di minacce, molestie e istigazione a delinquere. Nella sua denuncia, la
22enne ha affermato che il padre della sua ex suocera si sarebbe presentato davanti casa sua, nel quartiere popolare di via Istria, e alla presenza di un’amica, mentre entrambe erano al balcone dell’appartamento a piano terra, l’avrebbe minacciata invitandola a cambiare versione davanti al magistrato sulle modalità dello scontro con l’auto dell’ex compagno. L’anziano le avrebbe intimato
di dichiarare al magistrato che fu lei a lanciarsi contro l’auto. Per i maltrattamenti subiti, la ragazza aveva più volte denunciato il compagno. Denunce, poi, ritirate a seguito di “scuse”.