Via Antonino Carollo a Valderice, 25 gennaio 1983, luogo e giorno in cui i killers di “Cosa Nostra” uccisero, 41 anni fa, con decine di colpi davanti l’abitazione del padre, il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, ritrovato solo la mattina seguente da un passante. Fino ad allora nessuno aveva avvisato la polizia. Il magistrato rientrava a casa da solo, senza scorta, nonostante le minacce ricevute.
Chi è Ciaccio Montalto, la sua carriera in magistratura - Nel 1970 entra in magistratura, nei primi anni della sua carriera fu pubblico ministero nel processo al “Mostro di Marsala”, Michele Vinci, accusato di aver rapito e poi fatto morire in un pozzo tre bambine, tra cui la nipote. Poi divenne Sostituto Procuratore della Repubblica di Trapani. Nel 1977 la carriera di Ciaccio Montalto si indirizza su filoni d’indagine scottanti; si trova infatti ad indagare sui mafiosi trapanesi e sui rapporti con il mondo imprenditoriale e le banche. Fu tra i primi ad indagare sul traffico di eroina e commercio di armi dei clan, ma anche sulla sofisticazione di vini, sulle frodi comunitarie e gli appalti per la ricostruzione del Belice dopo il terremoto del 1968.
I mandanti e quel "Ciaccinu arrivau a stazione"- Ciaccio Montalto, ha combattuto contro una mafia che iniziava ad interessarsi agli appalti pubblici e a cambiare volto, una mafia che preferiva rimanere sommersa. Nel 1995 le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito l’individuazione dei mandanti dell’omicidio Montalto: Totò Riina e l’alleato storico Mariano Agate che con la frase “Ciaccinu arrivau a stazione”, sentenziò la morte del magistrato. Nel 1998 e poi negli altri due gradi di giudizio furono condannati all’ergastolo.
“Un Giusto in una terra ingiusta” - In memoria del magistrato che per primo indagò i fitti misteri della mafia trapanese, pagando le proprie indagini non solo con la vita ma anche con l’indifferenza generale che ne seguì, oggi da Valderice, in provincia di Trapani – allo scoccare del quarantunesimo anniversario della morte di Ciaccio Montalto -, parte la campagna “Un Giusto in una terra ingiusta”, organizzata dall'Associazione Forense “ALA – Avvocati e Società civile, Autorevolezza e Legalità”.
“Lo scopo precipuo della campagna, che abbiamo studiato nel corso dell’ultimo anno insieme alla famiglia del giudice, è quello di vivificare la memoria di uno dei protagonisti della vita democratica del novecento italiano, uno dei più grandi promotori dell’innovazione e della ricerca nel settore della giustizia, il giudice Ciaccio Montalto”, spiega l’avvocato Giovanni Lima, presidente di ALA.
Ciaccio Montalto fu tra i primi magistrati a cadere sotto i colpi della ferocia mafiosa del clan dei Corleonesi. Un giudice schivo e intelligente, colto e coraggioso, che operò a Trapani, dove non mancavano figure di giudici abulici e opachi, adottando un metodo che in seguito si rivelerà esiziale per la mafia, ovvero la cooperazione nella lotta alla mafia prima che nascessero i pool.
La campagna “Un Giusto in una terra ingiusta” si aprirà alle 10, quando, sul luogo dell’eccidio, il Comune di Valderice e l’associazione ALA deporranno una corona di fiori. “Sarà un momento conoscitivo penetrante sulla vita di un servitore dello Stato forse lasciato solo - dice Lima -, sulla criminalità organizzata e sui valori di legalità e di giustizia”. La campagna si avvale del supporto della famiglia del giudice ucciso. La campagna “Un Giusto in una terra ingiusta” si concluderà il 22 giugno nell’atrio della Biblioteca Comunale di Palermo, già teatro dell’ultima apparizione pubblica di Paolo Borsellino, con una giornata di riflessioni tra musica, arte e teatro.
Il ricordo della figlia Marene - “Aveva 41 anni quando ci ha lasciato; praticamente ancora un ragazzo. Un ragazzo con una vita piena, un cuore grande, con un gran bisogno di dare e ricevere affetto. Era un padre amorevole, un compagno di giochi, una presenza certa, intransigente e rigorosa per quanto riguardava l’educazione e lo studio – ricorda la figlia Marene Ciaccio Montalto -. Ci ha trasmesso un senso profondo del dovere, quello che non lo ha fatto arretrare di fronte a nulla; quello che ha messo sempre prima di sé e degli affetti. Non è stato facile per noi ricominciare una nuova vita, in una terra estranea, con il terrore costante di perdere, ancora bambine, anche la mamma. Papà mi è mancato sempre, nella quotidianità così come in tutti i traguardi raggiunti, ma è sempre presenza costante dentro di me e delle mie sorelle. Non dimenticherò mai il suo sorriso e il suo sguardo limpido; e spero vivamente - conclude - che il suo nome ed il suo sacrificio non vengano dimenticati.”
Il ricordo a Valderice - Si svolgerà questa mattina a Valderice una cerimonia di commemorazione in ricordo del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia 41 anni fa. Alle ore 10.00 in via Antonino Carollo, luogo dell'eccidio, la deposizione della corona in Sua memoria, a seguire un incontro con le scuole presso l'Aula Consiliare intitolata al Giudice. Qui parteciperanno gli studenti delle classi dell’Istituto comprensivo “G. Mazzini” di Valderice e due classi dell’Istituto comprensivo "Ciaccio Montalto" di Trapani. Saranno presenti inoltre, oltre alle autorità civili e militari, anche una delegazione dell' ASS.ne Forense Avvocati e Società Civile Autorevolezza e Legalità di Palermo.
La manifestazione a Trapani - Il 25 Gennaio 2023 ricorre il 41mo anniversario dell’uccisione del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto vittima di un vile attentato per mano mafiosa. L’Amministrazione Comunale intende ricordarlo con una sobria cerimonia che si terrà il 25 gennaio 2023 alle ore 9.30 all’interno della Villa Margherita, ove sarà deposta una corona di alloro davanti l’installazione realizzata in Sua memoria.