E’ scontro. Per la Direzione distrettuale antimafia di Palermo Giuseppe Maranzano deve ritornare in carcere. Ed, infatti, la Dda ha impugnato il provvedimento di accoglimento del riesame – l’indagato, infatti, era stato scarcerato su decisione del tribunale della Libertà – presentando ricorso in Cassazione.
La Procura generale, però, ritiene il ricorso “in parte inammissibile e in parte infondato”. Il giudizio, innanzi la Corte Suprema, è stato fissato per il prossimo 9 febbraio.
Frattanto, sulla diatriba è intervenuto il difensore di Giuseppe Maranzano, avvocato Nino Sugamele: “Il giudizio finale è certamente della Corte Suprema, tuttavia ci siamo trovati inaspettatamente un alleato che normalmente è l’avversario.- E’ evidente che l’assunto della Procura generale di Roma che in sostanza ritiene che il provvedimento del Tribunale del Riesame è corretto è dato rilevantissimo”. Giuseppe Maranzano venne arrestato, lo scorso mese di ottobre, nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Scialandro”. Secondo inquirenti e investigatori farebbe parte della “famiglia” di Valderice. Accogliendo l’istanza dell’avvocato Nino Sugamele incentrata sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza circa la sua appartenenza all’associazione mafiosa, il tribunale della Libertà di Palermo ha disposto la scarcerazione dell’indagato. La Direzione distrettuale antimafia ha, però, impugnato il provvedimento di accoglimento del riesame, sostenendo “la sussistenza degli elementi per applicare la misura cautelare in carcere”.
Parola ora alla Cassazione.