Gli agricoltori siciliani e di tutto il Paese soffrono una crisi come non mai, ma intanto ciò che non dovrebbe accadere è accaduto, tra i beneficiari di fondi europei per l'agricoltura figurano Rosalia e Anna Patrizia Messina Denaro, due delle sorelle del boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio del 2023 dopo trent'anni di latitanza e morto lo scorso 25 settembre.
L'informazione proviene da Farmsubsidy, un archivio gestito da FragDenStaat, un'organizzazione tedesca che promuve la trasparenza attraverso il Freedom of Information Act (Foia). Le cifre, seppur modeste - 1.457,72 euro per Anna Patrizia e 1.428,15 euro per Rosalia - sollevano interrogativi sulle pratiche di erogazione dei fondi e sull'efficacia dei controlli come riporta il Quotidiano di Sicilia.
È un quadro complicato quello che emerge, con i clan mafiosi che sfruttano abilmente le misure di sostegno agricolo dell'Unione Europea. Attraverso un intricato gioco di complicità e paura, riescono ad accedere ai finanziamenti, spesso utilizzando prestanomi e pratiche di riciclaggio dei titoli di conduzione. La difficoltà delle istituzioni nel monitoraggio permette loro di agire indisturbati.
Le due sorelle, la più giovane e la più grande, legate al boss castelvetranese non sono estranee al mondo della criminalità. Anna Patrizia è stata condannata nel 2018 per associazione mafiosa e tentata estorsione, e si trova ancora in carcere ,mentre Rosalia è stata arrestata con l'accusa di far parte di Cosa Nostra e di favorire la latitanza del fratello. Quest'ultima, secondo le autorità, ha svolto un ruolo chiave nella gestione dell'organizzazione criminale durante la latitanza di Matteo Messina Denaro, fungendo da tramite per gli ordini del boss attraverso pizzini.
"Oltre all’essere sorella affettivamente legata al latitante, Rosalia Messina Denaro – si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto della donna – ha assunto nel tempo un ruolo che richiede obbedienza, silenzio e connivenza, rivestendo in pieno il compito di garante per l’intera Cosa nostra della sopravvivenza del suo unico suo grande capo allora ancora latitante”.
Per importi inferiori a 25mila euro non si chiede certificazione antimafia - In Italia a occuparsi delle erogazioni dei fondi europei destinati all’agricoltura è l’agenzia Agea. “In qualità di amministrazione che eroga fondi comunitari – dichiara al Quotidiano di Sicilia il direttore dell’ente Fabio Vitale – Agea opera in conformità con il codice delle disposizioni antimafia, che prevede, per aziende che detengono terreni, l’obbligo di acquisire la documentazione antimafia per importi superiori a 25mila euro. Per importi inferiori, come in questo caso – aggiunge – l’amministrazione non è tenuta a richiedere la certificazione antimafia, in assenza di segnalazione da parte degli organi di polizia giudiziaria o delle prefetture”.