Il Tribunale civile di Marsala ha emesso una sentenza che sicuramente costituirà un precedente importante a livello nazionale nel settore del recupero crediti. Quei credi che banche o altre grandi società affidano a società specializzate. In pratica, il Tribunale marsalese ha sostanzialmente stabilito che se una società di recupero crediti non dimostra, contratto alla mano, l’acquisizione dei crediti di cui chiede l’incasso, il decreto ingiuntivo deve essere revocato.
Il casus belli vedeva contrapposti un imprenditore di Gibellina e una società di recupero crediti che gli aveva ingiunto di pagare oltre 305 mila euro più interessi di mora. Il credito era stato ceduto da una banca presso la quale era stato acceso un mutuo per l’acquisto di impianti e attrezzature. Ad assistere l’imprenditore sono stati gli avvocati Giuseppe Argento e Luana Borrelli, del Foro di Marsala, con studio a Gibellina. “Il decreto ingiuntivo – spiegano i due legali – è stato annullato dal Tribunale di Marsala per difetto di legittimazione attiva derivante dalla mancata prova da parte della mandante (la società di recupero crediti, ndr) della cessione del credito oggetto di ingiunzione e asseritamente ricompreso in una cessione di crediti in blocco.
La rilevanza giuridica di tale pronuncia è notevole, dovendosi ritenere questa sentenza chiarificatrice in ordine alla scarsa o insussistente portata probatoria della mera pubblicazione della cessione in blocco in Gazzetta Ufficiale. Risultando, invece, necessaria la prova dell'effettiva cessione del credito oggetto di ingiunzione”. La sentenza del Tribunale di Marsala è dell’11 maggio 2023, ma è divenuta definitiva nei giorni scorsi per mancata impugnazione della controparte.