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13/02/2024 06:00:00

  Sicilia. L'opposizione prepara le prossime mosse. Schifani si lecca le ferite

 Si organizzano le opposizioni al governo guidato da Renato Schifani, la settimana scorsa la conferenza indetta da Cateno De Luca, insieme al Pd e al M5S, ha avuto effetti sulla politica regionale. Lo Scateno siciliano, parlamentare regionale e sindaco di Taormina, è pronto a candidarsi “sindaco di Sicilia”.


Adesso è Michele Catanzaro, capogruppo dem, a indicare il momento di azione, subito dopo le elezioni europee, e la creazione di un tavolo politico.
La coalizione è in piedi: PD, Sud chiama Nord, Movimento Cinque Stelle. Michele Catanzaro va in prospettiva, è possibile che questa nuova alleanza varchi i confini del Palazzo regionale e provi l’unità alle prossime competizioni elettorali amministrative.
Nel frattempo Renato Schifani è alla prova del nove, deve ricompattare la maggioranza, dilaniata da due bocciature: la salva ineleggibili, il ko delle province.

Il governatore nel frattempo durante la partecipazione ad un evento catanese ha tenuto a sottolineare che di Province si comincerà a parlare quando la legge Delrio verrà abolita. Prima è possibile solo procedere con le elezioni di secondo livello: “Non c’è nessuna tensione in giunta, ho organizzato degli incontri bilaterali con le forze politiche di maggioranza perché ho ritenuto utile stabilire alcune regole in merito al voto segreto all’Ars, fermo restando che si tratta di un’anomalia che non esiste in nessun altra regione. Andiamo avanti serenamente, ho trovato in tutti piena volontà di sostegno al governo. Anche perché, nei prossimi mesi, ci aspettano riforme importanti per lo sviluppo della nostra Isola”.
In buona sostanza i commissari dei Liberi Consorzi, la cui data di scadenza è il 31 dicembre 2024, avranno gli ultimi mesi da affrontare, poi verrà avviato l’iter per le elezioni di secondo grado.


Schifani, che si trovava a Catania  ha poi parlato di Forza Italia siciliana: “ Le vigilie dei congressi sono sempre animate da fisiologici dibattiti. È impensabile, però, che un governatore, già oberato di molto lavoro, possa essere anche vicesegretario del partito. Servono persone che lavorino intensamente a tempo pieno, per fare in modo che dopo la morte di Silvio Berlusconi il partito possa essere quanto mai pluralistico. Magari anche con risorse umane più giovani, come ha chiesto Piersilvio Berlusconi”.