Chi è Xu Lizhi? Un giovane cinese, un poeta, morto a 24 anni. Per essere più completi, era un contadino cinese andato a lavorare in fabbrica nella grande città industriale di Shenzhen; era un ragazzo divenuto a vent’anni operaio elettronico nella multinazionale cinese Foxconn. Accetta condizioni di lavoro durissime, pensando di accumulare un po’ di soldi per poi passare a costruirsi una propria vita. Presto capisce che è dentro un meccanismo che non gli lascia alcuno spazio e da cui è impossibile uscire. A 24 anni, nel 2014, si suicida. Alcuni amici trovano le poesie che scriveva, le mettono in giro, vengono tradotte in inglese. Ora sono anche tradotte in italiano. Una silloge la pubblica l’Istituto Onorato Damen di Catanzaro con il titolo “Mangime per le macchine“ . (GL)
Pubblichiamo una di queste poesie. In Internet è possibile trovare molte altre informazioni e altre poesie.
MI ADDORMENTO, PROPRIO COSI’, IN PIEDI
La carta davanti ai miei occhi ingiallisce
Con un pennino d’acciaio la incido di un nero irregolare
piena di parole come officina, catena di montaggio,
macchina, libretto di lavoro, straordinari, salari.
Mi hanno addestrato ad essere docile
Non so come gridare o ribellarmi
Come lamentarmi o denunziare
So solo sfinirmi in silenzio
Quando ho messo piede la prima volta
In questo posto
speravo solo che la grigia busta paga,
il dieci di ogni mese,
potesse donarmi un po’ di conforto
Per questo ho dovuto smussare gli angoli
e le mie parole
Rifiutare di saltare il lavoro
Rifiutare le assenze per malattia
Rifiutare il permesso per questioni private
Rifiutare di arrivare in ritardo
Rifiutare di andar via prima
Alla catena di montaggio rigido come il ferro
Le mani che volano
Quanti giorni, quante notti
E’ proprio così che mi sono addormentato in piedi
20 agosto 2011