L’epilessia colpisce circa 500.000 persone in Italia. In Sicilia a soffrirne è circa l’1% della popolazione con picchi di maggior incidenza nei bambini (circa 2%) e nella terza età. Questa malattia, oltre alle rilevanti implicazioni mediche, può avere un impatto sul benessere psicologico e sugli aspetti sociali della vita delle persone. Le cause sono diverse e nel 30% dei casi la malattia è farmacoresistente. Ma oggi per i pazienti esistono cure efficaci e sono stati fatti importanti passi in avanti verso la medicina di precisione. In occasione delle Giornata Internazionale dell’Epilessia, che si è celebrata il 12 febbraio, medici, associazioni e pazienti si sono uniti per portare consapevolezza, sostenere la ricerca e migliorare la qualità di vita di chi vive con l’epilessia. La giornata, infatti, rappresenta un’occasione fondamentale per unire le forze, sottolineare la solidarietà e rafforzare il coraggio nella battaglia contro l’epilessia, malattia che condiziona profondamente la vita di milioni di persone in tutto il mondo.
In particolare, la giornata punta a cancellare lo stigma che si è creato sull’epilessia. Questa malattia provoca discriminazioni e diffidenze nei diversi mondi in cui le persone affette da epilessia vivono. Quindi, informare e aggiornare sui progressi raggiunti nella comprensione dei meccanismi fisiopatologici della malattia e delle opzioni di trattamento e fondamentale per sdoganare la patologia.
La ricerca in ambito epilettologico ha compiuto passi da gigante a partire dalla metà del secolo scorso. Attualmente in circa il 70% dei casi le terapie disponibili si rivelano adeguate, consentendo un ottimo controllo delle crisi epilettiche e una prognosi favorevole. Restano però da risolvere il problema della farmacoresistenza e quello delle recidive. Nella cura dell’epilessia si va verso la medicina di precisione, una medicina sempre più individualizzata, in base al sesso, all’età, alla condizione generale del paziente e alla causa sottostante. In età pediatrica, ad esempio, l’epilessia è dovuta a difetti genetici. L’identificazione di una specifica base genetica può favorire la scelta dei farmaci anticrisi più efficaci in quella specifica condizione e pone le basi per future terapie eziologiche.
Gli studiosi, sempre più, stanno prestando grande attenzione a farmaci diretti contro la neuroinfiammazione che potrebbero rappresentare il futuro della cura di alcune forme di epilessia. Ma anche la chirurgia, in casi selezionati, sta sempre più garantendo la guarigione dalla malattia o una significativa riduzione delle crisi. Quindi, serve un impegno condiviso per garantire le cure corrette per i pazienti, anche istituendo una rete con centri specializzati e cancellare lo stigma sull’epilessia poiché le nuove terapie consentono un ottimo controllo delle crisi.
Fonte: Sicilia Medica