Il Festival di Sanremo dell'ulcera. È da sempre uno spettacolo che alimenta polemiche, proteste e anche coinvolto in qualche tragedia. La più conosciuta è la morte di Luigi Tenco, che nel 1967 si tolse la vita in una stanza d'hotel della città, a seguito dell’eliminazione della sua canzone "Ciao amore ciao" dalla gara. Nel 2013 avvenne l’improvvisa morte del figlio di un componente dei Ricchi e Poveri, Alessio Gatti, di soli 22 anni. Il gruppo decise quindi di annullare la loro partecipazione ritirandosi immediatamente dalla competizione.
Quest'anno le diatribe sono iniziate con l'ospitalità di John Travolta, motivi: il ballo del qua qua, la pubblicità occulta. Ammetto sono un boomer, sono fermo all'azienda che produce scarpe antinfortunistiche, ovviamente anche il compenso. Ma questa era una quisquilia, è arrivata la protesta sulla vittoria di Geolier nella serata delle cover, il boicottaggio di parte della sala stampa e l'antimeridionalismo. E poi, immancabilmente, la disputa politica sui due brani più impegnati della serata, quello di Ghali "Casa mia" e di Dargen D'Amico con "Onda Alta". Entrambi hanno fatto degli appelli umanitari, il primo affermando nella serata finale: "Stop al genocidio".
Apriti cielo, il miglior commento è stato di aver usato impropriamente il termine. Si è già scritto sull'argomento, ma si ribadisce: la Corte di Giustizia Internazionale dell'ONU, chiamata ad esprimersi sulla guerra a Gaza, ha determinato: "Secondo la Corte, i fatti e le circostanze menzionati sopra sono sufficienti per concludere che almeno alcuni dei diritti sostenuti dal Sudafrica - violazioni della Convenzione contro il crimine di genocidio - e per i quali cerca protezione sono plausibili. Questo è il caso per quanto riguarda il diritto dei Palestinesi a Gaza di essere protetti da atti di genocidio e atti vietati correlati identificati nell’Articolo III, e il diritto del Sudafrica di cercare la conformità di Israele con le obbligazioni di quest’ultimo ai sensi della Convenzione". Tra i diritti violati c'è l'incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio, perché Amihai Elyahu, ministro della Cultura, ha dichiarato: "Una bomba atomica su Gaza sarebbe una delle possibilità, anche se ne andasse della vita dei 240 ostaggi israeliani perché le guerre hanno un loro prezzo", aggiungendo che a Gaza sono tutti coinvolti con Hamas.
Sull'artista si è scatenata l'ira dell'ambasciatore. L'indomani, a "Domenica In", l'Amministratore Delegato Roberto Sergio ha inviato questo comunicato, letto e condiviso dalla Venier: "Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta". Silenzio sulle 28mila vittime palestinesi, in maggioranza bambini e donne. Poi la Venier ha fatto di meglio, ha censurato, interrompendolo, Dargen che a domanda stava rispondendo sul fenomeno dell'immigrazione e soprattutto dei bambini morti nelle traversate, chiedendo poi ai giornalisti presenti di non metterla in imbarazzo con domande del genere. Alla luce dei fatti, la diagnosi è confermata: si tratta di Ulcera Gastrica.
P.S. Solidarietà a Roberto Sergio per le minacce ricevute, per le quali è stato messo sotto scorta.
Vittorio Alfieri