E’ stato il colonnello dei carabinieri Lucio Arcidiacono il primo teste d’accusa ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo al dottor Alfonso Tumbarello, il 70enne medico di Campobello di Mazara a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati a nome di “Bonafede Andrea” per consentire al boss castelvetranese di potersi curare. Arcidiacono è l’ufficiale del Ros che il 16 gennaio 2023, a Palermo, coordinò l’arresto di Matteo Messina Denaro. L’ufficiale ha spiegato “l’antefatto” che ha portato alla cattura del latitante.
E cioè il “pizzino” trovato il 6 dicembre 2022 dal Ros, fotografato e rimesso al suo posto, nel piede di una sedia nel salotto della casa di Rosalia "Rosetta" Messina Denaro. Proprio grazie a ciò si è arrivati al blitz alla clinica La Maddalena e alla cattura dell'ultimo dei Corleonesi. Nel biglietto si parlava di una malattia. E’ stato, quindi, fatto accesso alle banche dati della sanità e, dopo una scrematura, si è scoperto che in provincia di Trapani di quella particolare patologia (di cui parlava anche in una intercettazione un familiare del boss), in un soggetto sui sessant’anni d’età, soffriva un certo Andrea Bonafede, classe ’63, di Campobello di Mazara. Ma quando questi risultava essere sulla carta a La Maddalena in realtà era a Campobello di Mazara. Avuta, quindi, certezza che nella clinica palermitana si recasse un’altra persona, è scattata la trappola.
Nello specifico delle accuse al dottor Tumbarello, però, entrerà, il prossimo 18 marzo, un altro investigatore: il luogotenente Nasca. A difendere Tumbarello sono gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo. Parti civili sono l’Ordine dei medici della provincia di Trapani, l’associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, entrambi rappresentati dall’avvocato Giuseppe Novara, l'associazione “Antonino Caponnetto” (avvocati Alfredo Galasso e Mariella Martinciglio), i comuni di Campobello di Mazara (legale Katya Ziletti) e di Castelvetrano (legale Francesco Vasile). E’ la prima volta che l’Ordine dei medici di Trapani si costituisce contro un proprio iscritto.