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20/02/2024 06:00:00

Ecco come il governo Meloni vuole contrastare la violenza di genere

Il pacchetto di misure per il contrasto alla violenza di genere messo in campo dal Governo nazionale vale 135 milioni per i prossimi tre anni, è quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2024.


Nello specifico si tratta di 43,5 milioni nel 2024, 46 milioni nel 2025 e 45,8 milioni nel 2026.
Settantacinque milioni sono destinati alla realizzazione e all’acquisto di immobili da adibire a case rifugio per le donne vittime di violenza, e alla creazione di centri antiviolenza sul territorio.


Delle case rifugio si parla pochissimo, pochi sanno a cosa sono destinate. Si tratta di strutture, con indirizzo segreto, che forniscono alloggio alle donne maltrattate, vittime di violenza, da sole o insieme ai propri figli. Queste case garantiscono alle donne e alla prole non solo sicurezza ma un luogo che consente loro di avviare un percorso di recupero educativo e un sostegno psicologico e scolastico.
Per questo gli operatori della casa rifugio lavorano a stretto contatto con i servizi sociosanitari e assistenziali del territorio.
Il Ministero dell’Economia ha previsto un fondo con 20 milioni di euro fino al 2026 per realizzare e acquistare immobili da adibire a case rifugio per donne vittime di violenza. Per realizzare centri antiviolenza sono stati stanziati 5 milioni di euro annui, nello stesso triennio, le risorse saranno poi ripartite fra le Regioni. Sono stati poi pure stanziati 5 milioni di euro annui, nel 2024, 2025 e 2026 per realizzare centri antiviolenza e rafforzare la rete dei servizi pubblici e privati per interventi di prevenzione, assistenza, sostegno e accompagnamento delle donne vittime di maltrattamenti.


Nelle misure nazionali ha trovato rifinanziamento pure il reddito di libertà, un assegno di 400 euro mensili, destinato alle donne vittime di violenza, prese in carico dai centri antiviolenza. Il contributo è minimo e non avvia certo all’indipendenza, ha l’erogazione per 12 mesi, lo stanziamento previsto è di
10 milioni all’anno fino al 2026, e di 6 milioni annui dal 2027 in poi.
Destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno e le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria. La domanda va inoltrata all’Inps, ad oggi sono 5.970. le domande presentate e sempre nell’ottica di favorire l’indipendenza e la libertà di donne vittime di violenza, il Governo ha previsto degli incentivi per i datori di lavoro di aziende private, che assumono: sgravio totale dai contributi previdenziali, fino a 8mila euro all’anno, per assumere donne disoccupate, vittime di violenza e beneficiarie del «reddito di libertà», o che ne abbiano usufruito nel 2023.


Infine in questo pacchetto di misure è stato pure prevista la riabilitazione per gli uomini autori di violenza, c’è un fondo di 4 milioni di euro per il 2024-2025-2026 per istituire e potenziare centri di riabilitazione destinati a uomini maltrattanti.
Tre milioni annui dal 2024, a regime, serviranno a rendere continui i percorsi di formazione per gli operatori che a diverso titolo entrano in contatto con le donne vittime di violenza.