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26/02/2024 07:43:00

Così hanno tentato di avvelenare il parroco nel Comune sciolto per mafia

Quasi comune in un film, ma purtroppo è tutto vero. Don Felice Palamara, parroco di San Nicola di Pannaconi, in provincia di Vibo Valentia, mentre stava celebrando messa ha trovato della candeggina nelle ampolle dell'acqua e del vino. A quel punto, preoccupato,  ha interrotto la celebrazione e ha allertato i Carabinieri.

Il racconto del parroco - "Don Felice - ha raccontato al Corriere della Sera - è sicuro al cento per cento che non si tratti di una bravata né tanto meno di un gesto proveniente da uno dei suoi parrocchiani. Il religioso soffre di asma ed è cardiopatico e se avesse ingerito la candeggina avrebbe rischiato gravi conseguenze. "Sono certo che questa intimidazione non sia opera dei miei parrocchiani, sono qui da dieci anni e con la gente del posto ho sempre avuto un rapporto di affetto reciproco", ha spiegato. Il comune di Cassaniti è stato commissariato per mafia nell'agosto 2023 dopo le dimissioni del sindaco. E da allora le intimidazioni nei confronti dei sacerdoti - e non solo - sono state frequenti.

Auto danneggiata - e lettere di minacce - Solo poche settimane fa, l'auto di don Felice Palamara era stata danneggiata nei pressi della parrocchia, mentre al suo indirizzo erano state spedite lettere intimidatorie. "Non permetteremo a nessuno di fare del male al nostro parroco, nessuno potrà fermare un paese che vuole e merita riscatto e che vuole crescere", ha fatto sapere la comunità, che si è stretta intorno al suo parroco.

Minacce all'altro parroco - Don Felice Palamara non è l'unico sacerdote di Cassaniti ad aver subito minacce: anche don Francesco Pontoriero, nei giorni precedenti al tentativo di avvelenamento, aveva ricevuto una lettera con minacce di morte, con tanto di lama affilata allegata. Poco tempo prima, sul cofano della sua auto, era stato lasciato un gatto morto. Ad esprimere solidarietà al parroco, il vescovo della diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea, Attilio Nostro, anche lui oggetto delle minacce: "La diocesi - ha spiegato - sta vivendo un momento di sofferenza a causa di atti intimidatori che nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie".