Il muratore Giovanni Barreca, detenuto con l'accusa di aver partecipato alla strage di Altavilla Milicia insieme alla figlia e ad una coppia, ha confidato al suo avvocato, Giancarlo Barracato, di non ricordare di aver perpetrato violenza contro la sua famiglia. Secondo l'avvocato, Barreca attribuisce la responsabilità dei tragici eventi ai coniugi Massimo e Sabrina, motivato dalla convinzione di liberare la casa dai demoni.
Nonostante ciò, Barracato sottolinea che non si tratta di pentimento da parte di Barreca, poiché quest'ultimo non riconosce di aver commesso i reati di cui è accusato, affermando di essere stato ingannato. Il muratore ha inoltre espresso il desiderio di incontrare la figlia, anche lei coinvolta nell'indagine per i tre omicidi.
Secondo quanto riferito dall'avvocato, la figlia di Barreca era coinvolta dalle azioni di Massimo e Sabrina, essendo spesso in loro compagnia e condividendo anche il sonno con loro. Barracato ha richiesto una perizia psichiatrica e un interrogatorio con il magistrato, sottolineando la rabbia del suo assistito nei confronti della coppia, particolarmente per il loro atteggiamento verso la moglie e i figli.
L'avvocato ha chiarito che, sebbene Barreca abbia ricordato alcuni particolari importanti, ciò non significa necessariamente che percepisca la realtà in modo normale. Infatti, Barreca rimane convinto che la sua famiglia fosse posseduta dal demonio e che le sue azioni fossero motivate dalla volontà di liberarli dalla presunta possessione.