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29/02/2024 06:00:00

Disturbi dell'alimentazione, casi in crescita in Sicilia. Ma l'assistenza è indietro

Ad ottobre la Regione Siciliana si è dotata di una rete ambulatoriale dedicata alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna).

Il decreto porta la firma dell’ assessora alla Salute Giovanna Volo, nel decreto vengono indicati anche i percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali (Pdta) per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

Il lavoro è frutto di un tavolo tecnico appositamente creato dal Dipartimento attività sanitarie dell’assessorato della Salute diretto da Salvatore Requirez, ed è costituito da specialisti del settore e da un rappresentante delle associazioni di volontariato, oltre che dal dirigente del servizio 5 del Dasoe. 

Teoricamente in ogni ambulatorio, che sarà presente in tutte e nove le province della Sicilia, ci saranno questi percorsi unitamente a nuovo personale dotato di nuove attrezzature.

Questa iniziativa è ancora mille passi indietro rispetto a quello che, invece, si muove nel resto del Paese. Si parla di ambulatori con personale formato ad hoc, siamo al punto zero mentre tantissimi giovani, il 30% in più, vive già nell’incubo dei disturbi del comportamento alimentare.

La risposta dovrebbe essere non solo la prevenzione, fatta a scuola, unitamente a dei percorsi di consapevolezza, di accettazione, di amore per se stessi e per il proprio corpo, ma pure la creazione di centri residenziali, dove le ragazze e i ragazzi possono trovare assistenza e ricovero, presa in carica da una equipe multidisciplinare, senza più costringere le famiglie non solo a viaggiare ma, peggio, ad affrontare spese troppo esose. Ed è ovvio che chi non ha le adeguate risorse deve accontentarsi.
Si tratta di un mondo complesso che tocca corpo e psiche e che impatta in maniera seria sulla vita di tutti i giorni, destabilizza le famiglie e costituisce un vero e proprio problema di sanità pubblica di crescente importanza.

Intervenire presto significa trattare adeguatamente, il rischio altrimenti è quello di creare danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo. Ecco perché bisogna che ci sia un intervento strutturato e multidisciplinare. Gli interventi riguardano percorsi di psicoterapia, psicoeducazione, percorso nutrizionale, farmacoterapico, di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale e di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale.


Ad oggi la mappatura dei Centri di cura conta 126 strutture su tutto il territorio nazionale, di cui 112 del Servizio Sanitario Nazionale e 14 del Privato accreditato: 63 centri al Nord (di cui 20 in Emilia Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole.
Sono 1491 i professionisti che lavorano nei Centri, nella quasi totalità formati e aggiornati; di questi solo l’81% risulta strutturato
Secondo i dati del ministero in Sicilia le persone affette da Dca sono aumentate, nel 2022, del 30% rispetto al 2018. Sono 37 mila i siciliani che, dal 2019 al 2022, si sono rivolti al servizio sanitario per patologie di questo tipo. Molti però di questi ragazzi non arrivano alle cure perché non si rendono conto del problema che stanno affrontando. Nel 2022 il tasso di mortalità in Sicilia per diagnosi correlate ai disturbi alimentari è tra i più alti d’Italia: le 247 persone decedute per patologie correlate ai Dca avevano un’età media di 35 anni. Ma la Sicilia è ultima per offerta assistenziale. Nonostante i molti sforzi compiuti negli ultimi anni, la Regione non ha ancora completato la rete di assistenza suggerita dal ministero della Salute che comprende 4 livelli: ambulatorio, ospedale, centro diurno, residenza. L’assessora Volo con il tavolo tecnico avviato per l’istituzione degli ambulatori è all’anno zero.


Secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto superiore di sanità, in Sicilia sono presenti 7 centri dedicati ai Dca: Enna, Messina, Catania, Palermo, Agrigento; 3 day hospital, nessuna residenza.