Il Tribunale dei diritti del Malato (TdM), nei giorni scorsi, ha voluto “evidenziare le criticità non solute che riguardano il nosocomio” Abele Ajello di Mazara del Vallo. E lo ha fatto attraverso un comunicato, inviato ai media locali, per ricordare a chi ha il potere di prendere decisioni in merito di non continuare a scherzare sulla pelle dei cittadini.
UN VIAGGIO TRA NECESSITÀ E MANCANZE STRUTTURALI - “Necessitano - scrive il TdM - medici nella Unità Operativa Complessa (reparto) di Medicina; attualmente ne operano solo due e raramente sono affiancati da colleghi provenienti da altri nosocomi; il reparto di rianimazione, già da tempo finanziato, non è ancora attivo e, pertanto, non si possono eseguire interventi di chirurgia complessi; ancora non è funzionante la chirurgia oncologica; non è disponibile la risonanza magnetica, anch’essa da tempo già finanziata: strumentazione essenziale per un ospedale classificato DEA di 1° livello ed in particolare per il reparto di Neurologia
I REPARTI SCIPPATI - Altra nota stonata è quella relativa ai reparti fantasma: una volta c’erano, sarebbero dovuti ritornare alla fine della ristrutturazione del nosocomio ma, ancora ad oggi, risultano assenti. “I reparti di oculistica, pneumologia, psichiatria” da anni “dirottati in altri nosocomi, prima della ristrutturazione dell’Abele Ajello, non sono tornati nella sede di appartenenza” sottolineano i volontari del TdM mazarese.
“OFFERTA SANITARIA MOLTO CARENTE” - “Appare evidente - continua la nota a firma del coordinatore TdM, Natale Russo - che l’assenza di quanto descritto comporta una offerta sanitaria molto carente per i cittadini, anche con gravi patologie, che hanno diritto alle cure necessarie. A tutto ciò - continua Russo - si segnala ‘l’incredibile assenza’ nel nosocomio di distributori automatici di bottiglie d’acqua indispensabili per tutti: malati, personale e familiari”.
SEGNALAZIONI RIPETUTAMENTE IGNORATE - “Le suddette segnalazioni - prosegue la nota stampa - vengono ripetutamente rivolte dal TdM che continuamente e formalmente le segnala alle autorità competenti. Di fatto, con rammarico, si rileva che ad oggi nemmeno i problemi più urgenti sono stati risolti e non è possibile accettare i motivi burocratici che rallentano enormemente le soluzioni immediate. Si confida - conclude Natale Russo - sempre nella buona volontà delle autorità preposte”.
Oltre al ‘Tribunale’ è ultimamente nata una nuova realtà che vuole tenere accesi i riflettori sulla sanità mazarese e, soprattutto, sulle sue disfunzioni.
GLI SCOPI DEL COMITATO ‘PRO ABELE AJELLO’ - Il gruppo di volontari si legge nella nota stampa “nasce con un duplice scopo: 1) informare e mobilitare tutti i cittadini mazaresi, finora mantenuti volutamente all’oscuro, delle reali condizioni in cui si trova l’ospedale per prendere consapevolezza e partecipare attivamente alla sua efficienza, anziché lamentarsi inutilmente e in maniera inconcludente nel momento di bisogno; 2) evitare che l’ospedale, rinnovato completamente con circa 40 milioni di euro e sicuramente tra i più moderni ed efficienti dell’intera Sicilia, giustamente classificato DEA di 1° livello, venga depotenziato anziché essere dotato di attrezzature e reparti indispensabili senza i quali tale classificazione rimarrebbe soltanto sulla carta”.
UNA ‘CRISI SANITARIA’ GENERALIZZATA - “Vero è che oggi tutta la sanità, sia nazionale che regionale, è in crisi - scrivono quelli del Comitato - altrettanto vero è che tutti gli ospedali della provincia sono in difficoltà, ma che debba essere solo l’ospedale di Mazara oggetto di ridimensionamento a favore di altri presidi, storicamente meno prestigiosi, non possiamo accettarlo.
“NUMEROSE RIVENDICAZIONI” - “Numerose sono le rivendicazioni da fare nei confronti del nuovo Commissario Croce, appena nominato, quali ad es. la totale riorganizzazione del Pronto Soccorso, l’acquisto della Risonanza Magnetica, l’attivazione della Oncologia, la stabilizzazione del personale addetto alla Radioterapia” solo per cominciare.
LA RIANIMAZIONE PRIORITÀ ASSOLUTA - “Ma la prima e più importante struttura da attivare - sottolinea uno dei ‘motori’ del Comitato, Nicolò Di Giovanni - è il Reparto di Rianimazione perché: è previsto dall’Atto Aziendale (dell’Asp di Trapani n. d. a.); ci sono già attrezzature e locali idonei; ci sono le competenze e la volontà; non possiamo più accontentarci di assicurazioni sistematicamente disattese da anni, con finanziamenti che compaiono e scompaiono, mentre malati - che necessitano di terapia intensiva rianimatoria, per la carenza cronica di posti letto in provincia - vengono mandati a morire fuori provincia in solitudine e con pesanti ripercussioni sui familiari”.
“LA SARDINA ED IL PESCECANE” OSSIA LO ‘SPETTRO’ ACCORPAMENTI - “Si sente parlare - prosegue la nota del ‘Pro Abele Ajello’ - sempre più spesso di accorpamenti di ospedali viciniori. Non vorremmo che da queste manovre, purtroppo spesso pilotate dalla prepotenza della politica e da velleitarismi e millanterie più che dalla competenza ed efficienza, l’ospedale di Mazara venga considerato una sardina da accorpare ad un pescecane! Siamo disponibili - conclude il comunicato - a dialogare e collaborare a tutti i livelli, anche se, finora, non abbiamo avuto modo di verificare un impegno concreto a difesa dell’ospedale sia a livello politico che amministrativo”.
Alessandro Accardo Palumbo
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