Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/03/2024 09:22:00

Trova 161 milioni di lire nella cassapanca della nonna, ma non li può scambiare 

 Un uomo residente a Sondrio trova 161 milioni di lire in una antica cassapanca della nonna, ma scopre che la Banca d’Italia non accetta la conversione in euro del vecchio conio. La notizia è stata riportata da Repubblica, che ha spiegato come l'uomo, un impiegato precario di un call center chiamato dal quotidiano "signor Lorenzo", si sia rivolto agli uffici di Bankitalia per cercare di incassare la cifra, ricevendo però una risposta negativa perché le vecchie lire non hanno più valore e quindi non possono essere convertite.

Dopo il rifiuto, Lorenzo si è rivolto a Giustitalia, un'associazione che difende i consumatori, per intraprendere una battaglia legale. “Riceviamo circa 30 richieste al giorno" di questo genere, hanno spiegato a Repubblica due avvocati dell'associazione, Francesco Di Giovanni e Luigi De Rossi. "Alcune somme - hanno precusato - sono molto ingenti, anche superiori a quella del signor Lorenzo. Il principio è che i risparmiatori non sono assolutamente tutelati dalle istituzioni. Questa situazione di vuoto normativo esiste solo in Italia. In tutti gli altri Paesi dell’Unione europea, è possibile convertire denaro delle vecchie valute in qualunque momento, senza prescrizioni temporali”.

Attualmente, come spiegano i due avvocati ci sono due interpretazioni in materia legale: da un lato la Banca d’Italia fa riferimento alla prescrizione decennale, che impedisce il cambio dopo dieci anni, mentre dall'altro lato il Codice Civile prevede che la prescrizione inizi a decorrere dal momento in cui il diritto può essere fatto valere. Gli avvocati di Giustitalia sostengono che il diritto di conversione dovrebbe iniziare dal momento del ritrovamento del denaro. “La problematica - hanno aggiunto i due legali sempre a Repubblica - è relativamente recente e l’ago della bilancia è proprio la decorrenza di questa prescrizione. Noi sosteniamo, in base al codice civile, che il diritto debba decorrere dal momento in cui il soggetto può farlo valere. Ad esempio dal momento del ritrovamento”. Coloro che decidono di intraprendere una causa civile, come ha deciso di fare il signor Lorenzo, possono trovarsi davanti a tempi processuali lunghi e che non c'è alcuna certezza di esito favorevole. Una causa civile può durare anche due anni senza garanzia di successo, hanno sottolineato i due avvocati.