C'è l'ok da parte del governo al contributo di 4,2 milioni di euro della Regione Siciliana per la ricapitalizzazione dell'Airgest, la società che gestisce l'aeroporto di Trapani - Birgi. La norma, contenuta nell'ultima finanziaria approvata all'Ars, era stata impugnata dal governo, ma il presidente Schifani è riuscito a dimostrare ai tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico che si tratta di un contributo "dovuto" per sostenere la crescita dello scalo, che supera il 1,3 milioni di passeggeri.
Tra le norme impugnate, si salvano anche quelle per "Sicilia digitale" e l'incentivo di 18mila euro l'anno per i medici che scelgono di lavorare nei territori più isolati (ma il testo va riscritto). Cadono invece sette norme, tra cui quella per l'assunzione in Regione dei figli delle vittime di femminicidio, ritenuta dallo Stato in contrasto con l'ordinamento sul pubblico impiego.
Già subito dopo la comunicazione della possibile bocciatura della norma, l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone aveva annunciato l’avvio di “trattative” con Roma per chiarire la natura del finanziamento pensato e approvato con l’ultima finanziaria per ricapitalizzare la compartecipata che gestisce lo scalo di Birgi: “Non siamo nel campo degli aiuti di Stato o del ripiano di perdite. La norma su Birgi, da noi messa a punto e votata dall’Ars, definisce un investimento della Regione su Airgest con l’obiettivo di adeguare e rafforzare la società”.