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20/03/2024 06:00:00

Dopo la condanna per voto di scambio è scontro a Petrosino. Il sindaco Anastasi: "Non arretro di un millimetro"

17:40 - Non si arrestano le polemiche e gli attacchi politici a Petrosino. Dopo l'articolo di Tp24 con il quale facciamo il punto su quanto sta accadendo, dopo la condanna per voto di scambio e nel quale abbiamo riportato le dichiarazioni del sindaco, Giacomo Anastasi, che alle richieste di dimissioni replica, dicendo di andare avanti, e controribattendo agli attacchi, c'è la replica del gruppo Cambia Petrosino.

In una nota si dice "di voler avviare un'azione legale e di far intervenire il prefetto, affinché possa avviare la procedura di scioglimento del consiglio comunale". Nel comunicato, firmato dall'ex sindaco Gaspare Giacalone, Luca Facciolo, Federica Cappello, Rocco Ingianni e Francesco Zichittella, si sottolinea che il sindaco Anastasi "non si renderebbe conto della gravità di una condanna a quindici anni di un "suo" consigliere ed ancora che "questo sindaco e questa amministrazione non hanno più motivo di rimanere in carica, sia per l'inattivismo che per il clima pesante che sta compromettendo la vita democratica di Petrosino". Qui di seguito la nota completa del gruppo Cambia Petrosino.

"Le incredibili dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore dal sindaco Anastasi sono un ossimoro. Da un lato dice che non arretra di un millimetro e non si dimette perché esistono 3 gradi di giudizio. Poi però emette sentenza di colpevolezza nei nostri confronti e prova ad intimidirci imponendo il silenzio. Così, solo perché lo dice lui! Un’idea tutta sua della giustizia e della democrazia. La verità è ben altra, come dichiarato a suo tempo dai revisori dei conti che hanno scritto nero su bianco che è stato dichiarato il
dissesto per inerzia e per non aver mai presentato documentazione adeguata a supporto dei numeri sballati che hanno dichiarato. Omissione gravissima, confermata appena qualche giorno fa anche dai commissari liquidatori che parlano di gestione disordinata del dissesto e di pesanti, responsabilità amministrative, contabili ed erariali. Non ci si rende completamente conto della gravità della situazione, non capisce che un suo consigliere comunale ha subito la condanna a 15 anni di reclusione per voto di scambio politico mafioso e che ci sono ulteriori vicende ancora aperte.

Non gli è affatto chiaro che oltre alle responsabilità giudiziarie esistono ragioni politiche ed etiche che dovrebbero semplicemente imporgli di mantenere fede alle sue stesse parole quando, poche ore dopo gli arresti, dichiarò che si sarebbe dimesso immediatamente qualora fosse stato accertato un inquinamento del voto. Ora si è rimangiato tutto. A questo punto la misura è colma. Avvieremo azione legale nelle sedi opportune e chiediamo con forza l’intervento del Prefetto perché prenda provvedimenti a tutela della legalità. Questo sindaco e questa amministrazione non hanno più motivo di rimanere in carica, sia per il totale inattivismo e sia per il clima pesantissimo che sta compromettendo la vita democratica di Petrosino. Ma, soprattutto, per le varie vicende giudiziarie che, direttamente o indirettamente, coinvolgono diversi soggetti protagonisti delle ultime elezioni comunali o che operano nel palazzo comunale. Del resto ci sono stati comuni italiani che sono stati sciolti per molto meno. Ora basta, se non vogliono dimettersi é tempo di mandarli a casa con la forza della legalità".

06:00 - A Petrosino è scontro politico tra maggioranza e opposizione, che chiede le dimissioni di sindaco e giunta, da quando il mese scorso sono arrivate le condanne a quindici anni di carcere per voto di scambio alle ultime elezioni amministrative, nei confronti del presunto mafioso Marco Buffa e dell’ex consigliere comunale Michele Buffa (ne abbiamo parlato qui).

"Questa amministrazione è inaccettabile, sta recando un danno all'immagine alle istituzioni e a tutta la comunità di Petrosino. C'è una sentenza di condanna per voto di scambio elettorale politico-mafioso e ritengo che sia il caso di fare un passo indietro - afferma la consigliera comunale di opposizione Marcella Pellegrino, ribadendo quanto sostenuto qualche giorno addietro assieme ai consiglieri di minoranza, Laura Sanguedolce e Roberto Bonomo.

"Siamo stati in silenzio perché ci aspettavamo da un momento all'altro le dimissioni di questa amministrazione - si legge nella nota -. Va fatta chiarezza ma soprattutto trasparenza. Questa amministrazione non può più andare avanti e il sindaco Anastasi sarebbe il caso che si dimettesse. In una intervista dello scorso anno il sindaco dichiarò "spero che emerga presto la verità su questi fatti, e se anche un solo voto fosse inquinato dalla mafia, io immediatamente un secondo dopo, farei quel passo indietro". Alla luce delle sue dichiarazioni avrebbe già dovuto prendere la sua decisione. Ricordiamo al Sindaco che ha vinto le elezioni per solo 16 voti, basta fare qualche riflessione per capire veramente chi erano i veri vincitori di quelle elezioni. Noi siamo pronti a fare un passo indietro e rimettere il tutto a giudizio dei nostri concittadini - concludono i tre consiglieri Pellegrino, Sanguedolce e Bonomo - è bene che il sindaco abbia il coraggio di fare questo passo per come aveva detto. Noi rispettiamo il giudizio dei nostri cittadini, e spero che lo facciano anche loro"

Anche il gruppo politico "Cambia Petrosino", oggi fuori dal consiglio comunale, e che fa capo all'ex sindaco Gaspare Giacalone, dopo qualche giorno dalla condanna aveva chiesto le dimissioni del sindaco Anastasi e del consiglio comunale

Abbiamo chiesto al sindaco di Petrosino, Giacomo Anastasi, il suo parere e una replica a queste richeste di dimissioni da parte dell'opposizione. Ecco la sua risposta: "Le sentenze non si commentano, ma si rispettano così come si rispetta il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. Non si conoscono, inoltre, le motivazioni per cui ogni ulteriore aggiunta sarebbe fuori luogo. Ma un dato certo e incontrovertibile che sottolineo con nettezza, è la mia totale estraneità alla vicenda giudiziaria e lo dimostra il fatto che non sono stato, né sono, indagato. Saranno le motivazioni della sentenza a chiarirci meglio se il giudizio di colpevolezza è basato su fatti personali dell’ex consigliere Buffa che, ribadisco con forza, non hanno coinvolto né condizionato in alcun modo l'azione amministrativa. Il principio di legalità e la lotta alla mafia e a qualsiasi forma di sopruso e di violenza rimangono lo zenit del mio agire politico e civile. Solo questo, senza se e senza ma, ha orientato e continuerà ad orientare il mio impegno politico e amministrativo".

"Mi fa specie che a chiedere le dimissioni, ancora più nel rispetto di etica e legalità - continua il sindaco Anastasi - sia chi annoverava tra i candidati della propria lista un soggetto poi risultato indagato per corruzione elettorale. Le dimissioni sembrano essere invocate e dettate, più che da etica, da livore ancora vivo per la sconfitta".

E il primo cittadino petrosileno replica anche al gruppo Cambia Petrosino: "Sulle dimissioni richieste, invece, da chi alle ultime elezioni è stato sonoramente bocciato dai petrosinesi c'è davvero poco da dire. Chi ha devastato i conti e le casse del comune dovrebbe solo chiedere scusa o almeno avere il pudore di tacere. Lo spirito di vendetta e di odio, invece, continua ad animarli. La realtà e i numeri hanno, purtroppo per loro, la testa durissima e li inchiodano a responsabilità politiche enormi da cui non potranno mai liberarsi".

"Io proseguo, insieme alla mia giunta e alla maggioranza una faticosa, ma fondamentale opera di verità e realtà per tirare fuori Petrosino dal pantano in cui è stata precipitata   e per renderla presto una città capace di reggersi sulle proprie gambe e padrona del proprio destino. Il tempo, sono sicuro, mi darà ragione conclude - e non ci sono insulti e spallate di chi ha giocato in tutti questi anni con la pelle e il futuro di un’intera comunità che mi faranno retrocedere di un millimetro".