Le dichiarazioni di intenti si susseguono, ma il Ponte sullo Stretto rimane ancora un miraggio. Il gioco dell'oca delle autorizzazioni è appena iniziato e il rischio politico, con le prossime elezioni europee, è dietro l'angolo. A ciò si aggiunge il ginepraio burocratico italiano, con i suoi 27 pareri autorizzativi da ottenere.
Cinque anni per un'opera, otto per il Ponte
In media, servono cinque anni per realizzare un'opera infrastrutturale in Italia. Ma il Ponte, con i suoi 12 miliardi di euro di lavori, richiede almeno otto anni. Le prime ruspe dovrebbero muoversi quest'estate, ma la macchina amministrativa dello Stato è piena di ingranaggi.
27 pareri autorizzativi e un'infinità di passaggi
Beni culturali, Trasporti, Tesoro, Ambiente: sono solo alcuni dei ministeri coinvolti. Poi ci sono enti locali, authority come Corte dei Conti e Anac, e le stazioni appaltanti Anas e Rfi. Un iter complesso che richiede tempo e risorse.
La scadenza della Commissione Via Vas
Un ostacolo importante è la scadenza della Commissione Via Vas, che valuta l'impatto ambientale e antisismico dell'opera. La sua funzione termina il 24 maggio e il nuovo parere potrebbe richiedere 90 giorni.
Dubbi sul progetto e 68 raccomandazioni
Il Comitato scientifico di Stretto di Messina ha formulato 68 raccomandazioni sul progetto, che riguardano l'acciaio da utilizzare, gli esami sismici e la tenuta in caso di forte vento. La domanda è: cosa dovrà essere nuovamente esaminato dalla Via Vas?
Un progetto già approvato?
In realtà, il vecchio progetto del Ponte aveva già ottenuto il via libera per la tenuta antisismica, con il benestare di Ingv, Politecnico di Milano e società Parson Transportation.