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29/03/2024 06:00:00

Castelvetrano. Quelli che pure il calo demografico è colpa del sindaco

 A Castelvetrano, in tempi di campagna elettorale (fiacca, fino ad oggi), persino il calo demografico può diventare colpa del sindaco. Soprattutto se ha messo in conto di ricandidarsi.

La notizia è che la città è andata sotto i 30mila abitanti. E tifoseria preelettorale vuole che la responsabilità sia del primo cittadino: se la gente ha trasferito la propria residenza altrove, è perché non c’è lavoro. E se non c’è lavoro è colpa sua.

 

Peccato però che il comune di Castelvetrano fosse sotto i 30mila abitanti già dal 2020. Chi lo dice? L’Istat. Vorrebbe dire che, ad un anno dal suo insediamento, Alfano avrebbe fatto scappare centinaia di cittadini che, dopo essersi resi conto di non poter rimanere in città, si sarebbero trasferiti altrove, cambiando la propria residenza con uno schiocco di dita. Il tutto in pochi mesi, come in una calamità naturale e come se, prima del 2019, visto che si era ancora sopra i 30mila, le offerte di lavoro piovessero da tutte le parti.

 

Oggi, da una parte i detrattori hanno l’elenco dei finanziamenti persi e dei cantieri mai iniziati. Dall’altra, i sostenitori hanno quello dei progetti realizzati e dei soldi risparmiati con le restituzioni del 20 per cento dello stipendio dei 5 Stelle.

 

Ma qualcuno, il cui pensiero è stato condiviso anche da diversi politici locali di opposizione, ha ipotizzato un altro tipo di colpa, sempre del sindaco: Alfano avrebbe dovuto ordinare un potenziamento delle attività di controllo sulla regolarità delle posizioni anagrafiche di tutti i cittadini, attraverso la polizia municipale, in modo da mantenere la classe superiore ai 30mila. Anche perché lo scostamento non era tanto, visto che i residenti risultano 29.419.

Basta trovare queste 581 persone e il problema è risolto. Insomma una sorta di lotta al “non residente abusivo”.

 

Le cose però non stanno affatto così. Per due motivi molto semplici. Uno:  il censimento avviene annualmente e a campione, non più ogni dieci anni e per tutti i cittadini, come si faceva in passato. Dal 2018 ci si basa sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati provenienti da fonte amministrativa trattati statisticamente.

Due: un controllo su 30mila persone equivarrebbe di fatto ad un ulteriore censimento. Da svolgere come? Bussando alle porte dei cittadini?

Ammesso, astrattamente, che l’ente ne abbia la possibilità e le risorse, come ci si comporterebbe nei confronti di coloro che invece non dovrebbero più far parte della popolazione residente ma risultano ancora presenti? Li si dovrebbe cancellare, oppure si dovrebbe far finta di nulla in modo da mantenere la popolazione entro la soglia dei 30mila?

E che tipo di operazione sarebbe quella in cui i controlli tecnici avessero uno scopo politico?

 

Certo, si dirà che bisogna guardare ai singoli casi. Ma, come si è detto, i controlli sono soprattutto a campione.

Diversamente si potrebbero fare tutte le considerazioni di questo mondo. Anche le più bislacche. Per esempio, nel 2014 Matteo Messina Denaro è stato cancellato dai residenti della città. Giustamente. Non perché fosse un mafioso, ma perché era un irreperibile. E di irreperibili, non necessariamente latitanti, ne sono stati cancellati tanti altri, anche più recentemente.

Potremmo parlare pure dei fiancheggiatori del boss, condannati in via definitiva che hanno preso la residenza nella struttura carceraria in cui sono reclusi. Non sono molti, ma nemmeno pochi.

Però rimane da capire come potrebbe riuscire in un monitoraggio serrato come questo, una polizia municipale il cui personale a momenti non basta nemmeno per gestire l’ordinario.

 

Più seriamente, occorrerebbe ricordare che quello del calo demografico è un fenomeno complesso, che comprende diversi fattori come il rapporto tra le nascite e i decessi, l’emigrazione al nord o all’estero, l’immigrazione…

Trasformarlo in argomento da campagna elettorale di bassa lega, non è stata forse una buona idea. Ma servirà a poco farlo rilevare. Le tifoserie, soprattutto sui social, sono abituate alla logica della contrapposizione, del giudizio frettoloso. E del branco.

 

Egidio Morici