Massimo Gentile, l'architetto che ha prestato l'identità al boss Matteo Messina Denaro, fa scena muta. Davanti al Gip e si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto in videoconferenza.
Il professionista, originario di Campobello di Mazara, che vive ora in provincia di Monza e prima dell'arresto gestiva appalti e opere finanziate col Pnrr per il Comune di Limbiate, è stato arrestato nei giorni scorsi nell'ambito delle indagini sulla rete dei favoreggiatori del boss. Gentile avrebbe permesso a Messina Denaro di fare operazioni bancarie e comprare auto, stipulare polizze, con i suoi documenti.
Era rimasto in silenzio anche Cosimo Leone, arrestato per lo stesso reato insieme a Gentile. Tecnico radiologo all’ospedale di Mazara del Vallo, avrebbe aiutato il capomafia malato a effettuare una Tac e gli avrebbe fatto avere un cellulare durante il ricovero.
Si è invece detto innocente Leonardo Gulotta, terzo arrestato, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ha messo a disposizione dell’ex latitante la sua utenza cellulare.