Respinge tutte le accuse, davanti al gip di Palermo, e dice di non conoscere la vera identità di Matteo Messina Denaro, Leonardo Gulotta, 31 anni, il bracciante agricolo arrestato nei giorni scori dai Carabinieri del Ros con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto fiancheggiatore del boss Matteo Messina Denaro.
Con Gulotta sono stati arrestati anche l'archietto Massimo Gentile e il tecnico radiologo Cosimo Leone. I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Montalto. L'unico ad avere risposto è stato proprio Gulotta che ha respinto le accuse dei pm affermando di non sapere che fosse il boss allora latitante. Gulotta in particolare è accusato di aver messo a disposizione di Messina Denaro, tra il 2007 e il 2017, la propria utenza telefonica per poter ricevere comunicazioni dal rivenditore della Fiat 500 acquistata sotto falso nome e dalle agenzie assicurative presso le quali erano state stipulate le polizze per la macchina e la moto con l'identità di Gentile. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.