Lui è Stelio Manuele, un castelvetranese in pensione, ex segretario generale del comune di Parma. Ed è tra quelli che sostiene che il declassamento demografico della città di Castelvetrano (ne avevamo parlato qui) sia colpa del sindaco 5 Stelle, Enzo Alfano.
In un commento su Facebook dice che, anche se le modalità di rilevazione siano cambiate nel 2018, persiste ancora “l’obbligo dei cittadini di dichiarare la propria dimora abituale”, che “il sindaco ha il dovere di ordinare gli accertamenti necessari ad appurare la verità delle posizioni anagrafiche” e di “disporre indagini (tramite vigili) per accertare violazioni alla osservanza dell’obbligo di legge”, iscrivendo “d’ufficio in anagrafe i cittadini con dimora abituale”.
Inoltre dice che “osservando queste norme, nel 1991, nel Comune di Novi siamo riusciti ad evitare il declassamento”. Cosa vera, che però durò pochissimo: i 30.021 abitanti del primo periodo, alla conclusione dell’anno erano già diventati 29.930. E la quota 30mila non fu più raggiunta fino ai nostri giorni. E' tutto sul sito dell'Istat.
Ad ogni modo, la colpa del sindaco, secondo l’ex segretario in pensione, starebbe addirittura nel fatto di non aver osservato la legge.
Abbiamo già scritto che le cose non stanno affatto così. Ma questo è diventato lo stesso un argomento cavalcato da una parte dell’opposizione che sui social applaude e condivide.
Ma dove sbaglia l’ex segretario?
Certo, non sbaglia quando scrive che il sindaco, in quanto ufficiale d’anagrafe, ha il dovere di disporre gli accertamenti. Ma ce l’ha sui casi di cui viene a conoscenza o su quelli sospetti, non può disporre indagini generalizzate per fare alzare il numero dei residenti a piacimento della politica. Se a Novi Ligure è successo questo, c’è da chiedersi fino a che punto abbiano lavorato oggettivamente. I controlli erano mirati ad iscrivere i presenti e a non cancellare gli assenti? Se avessero lavorato bene, proprio come si fa durante un censimento, chi gli avrebbe garantito che la popolazione sarebbe aumentata? E se fosse diminuita ulteriormente? Oppure semplicemente hanno lavorato sui casi sospetti e le segnalazioni provenienti dalle altre amministrazioni comunali. Ma è una cosa che si è sempre fatta, anche a Castelvetrano.
In conclusione, se dai controlli a tappeto (che comunque non sarebbe possibile fare) il sindaco di Castelvetrano registrasse un numero di cittadini pari o superiore a 30mila abitanti, non avrebbe la colpa di averli fatti emigrare altrove, ma avrebbe la colpa di non averli registrati a suo tempo. Se invece risultasse una popolazione meno numerosa di quella registrata, avrebbe la colpa di aver fatto emigrare più persone di quanto si credeva. Praticamente, in un modo o nell’altro, sarebbe sempre colpa sua.
Proprio in questi giorni però l’Istat ha parlato di un forte calo demografico dell’intera nazione, dovuto alla denatalità. Ma chissà, dietro potrebbe esserci lo zampino del sindaco di Castelvetrano.
E allora, l’alternativa alle prossime amministrative di giugno potrebbe essere fatta da slogan del tipo: “Vota Tizio Sindaco e torneremo ad essere 32mila!”.
Egidio Morici