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11/04/2024 06:00:00

Trapani, l'emergenza rifiuti provoca la cassa integrazione

Lo stop alla lavorazione dei rifiuti alla Trapani Servizi ha provocato la cassa integrazione dei dipendenti dell’azienda.

Sono 40, sui 96 totali, i lavoratori della Trapani Servizi per i quali è stato chiesto, e poi ottenuto, l’ok per il ricorso al “fondo bilaterale di solidarietà”, lo strumento che eroga la cassa integrazione ai lavoratori sospesi da attività per ragioni indipendenti dalle volontà aziendali.

Un provvedimento che avrà valore fino al 5 maggio

Lo stop alla lavorazione dei rifiuti

Il ricorso agli ammortizzatori sociali è arrivato in seguito a un vertice che l’azienda ha avuto con le sigle sindacali in quanto la Trapani Servizi al momento si trova in una situazione di “fermo impianto”.

Nello scorso mese di febbraio, infatti, i tecnici dell’Arpa hanno effettuato un sopralluogo alla discarica di Gela dove venivano conferiti i rifiuti lavorati alla Trapani Servizi, dove, a sua volta, arrivava l’indifferenziato da 73 Comuni fra il Trapanese e parte dell’Agrigentino e del Palermitano.

L’accertamento dei tecnici dell’Arpa ha accertato come i valori dei sovvalli, i rifiuti lavorati, alla Trapani Servizi non rispettasse tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente.

Così, Gela ha chiuso le porte ai rifiuti provenienti da Trapani e la Regione ha autorizzato tutti i Comuni che prima portavano l’indifferenziato alla Trapani Servizi, a conferirli in altre discariche. Con quelli dei Comuni del Trapanese che devono arrivare a Catania, con un notevole incremento dei costi di trasporto, tutto a carico dei Comuni i quali, alla fine, dovranno rivalersi sui cittadini.

Motivo per cui si prevede un importante incremento della prossima Tari.

Cosa prevede l'accordo

Nell’intesa che sancisce la cassa integrazione per 40 dipendenti, nello specifico 38 operai e 2 impiegati, viene precisato che “la società dovrebbe ritornare a regime e si presume che per il 5 maggio saranno superate le criticità esistenti” al momento.

Allo stesso tempo “si concorda la ripresa dell’attività e il rientro a tempo pieno di tutta la forza lavorativa per il 6 maggio”, mentre la Trapani Servizi si impegna, “nel caso dovessero manifestarsi esigenze lavorative, alla eventuale rotazione del personale, in relazione al settore e alle mansioni necessarie per l’espletamento delle attività lavorative”.

L’azienda spera di risolvere il problema già prima di quella data – spiega Caterina Tusa, segretaria provinciale della Funzione Pubblica della Cgil -. Sappiamo che hanno in corso delle interlocuzioni con il dipartimento regionale rifiuti”.

I sindacati, poi, hanno anche avanzato un’altra richiesta, questa, però, rimasta inascoltata. Le sigle sindacali, infatti, hanno chiesto al Comune di Trapani di “integrare la retribuzione dei lavoratori, allo scopo di garantire una retribuzione simile allo stipendio, ma, a riguardo, non abbiamo avuto risposte”.