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13/04/2024 06:00:00

Mister X svela l’oscenità della politica a Castelvetrano

 Avete presente la scena del film JFK dove Mister X, interpretato da un superlativo Donald Sutherland, spiega a Kevin Costner (nei  panni del procuratore distrettuale Jim Garrison), i retroscena dell’omicidio del presidente Kennedy? Chi volesse rivederla la può trovare qui.

Ho sognato qualcosa del genere, in una di queste notti agitate dove ancora non sai se togliere definitivamente il piumone. Ecco, al posto di Kevin Costner c’ero io (questo sarebbe già di per sé un incubo per tutti) e l’argomento non era Kennedy, ma le prossime elezioni a Castelvetrano (altro incubo). E va beh, ve lo racconto lo stesso.

 

Mentre scendo i gradini del Teatro Selinus, mi incrocia un tizio con un impermeabile scuro e un cappello, che mi fa “Egidio Morici? Scusi per le precauzioni…

Io, come nel film, gli rispondo “Beh, spero che ne valga almeno la pena, signor…

E lui: “Potrei darle un nome falso, ma non lo farò. Mi chiami X”.

Gli spiego che “ho già avuto vari avvertimenti e querele da parte di imprenditori, medici, avvocati… e se questo è un altro genere di minaccia…

Non mi interessa querelare i giornalisti – mi dice Mister X - e presumo che se è arrivato fin qui, quel che ho da dire la interessi. Ma non le farò alcun nome, né le dirò chi o cosa rappresento. Le dirò solo che non ha capito nulla. Insomma, molto meno di quanto creda. Ok? Tutto quello che sto per dirle non ha alcuna possibilità di essere riscontrato, quindi si rilassi e ascolti.

 

Io sono un massone, signor Morici, ma di quella massoneria che voi chiamate deviata. E che per i massoni regolari non è nemmeno massoneria. Il mio nome non è in quegli stupidi elenchi che avete pubblicato su Tp24 nel 2016, dove per altro mancano un sacco di nomi anche di appartenenti a logge registrate. Faccio parte di un gruppo che si occupa di ciò che succede nei comuni in provincia di Trapani: appalti, assessorati, consulenze, finanziamenti europei, sentenze assolutorie, grandi e piccole opere… Ci siamo noi dietro alcune elezioni a sorpresa, con accordi sottobanco che si sono concretizzati perfino mentre la gente votava al ballottaggio. Siamo sempre stati bravi. Molto bravi. Poi venne il 2017. Non fummo bravi. Non riuscimmo ad impedire né il commissariamento per mafia del comune di Castelvetrano e, cosa ancora più fallimentare, nemmeno gli arresti dell’operazione Artemisia. C’era un candidato pronto a vincere le elezioni amministrative, ma proprio mentre ci stavamo preparando a vedere il ritorno della politica con la P maiuscola, la magistratura fermò tutto e noi rimanemmo lì come scemi, con l’uccello di fuori. Un sacco di persone assai arrabbiate, signor Morici, le è chiaro?

 

Le elezioni poi si svolsero nel 2019, con Alfano che subissò di voti l’avversario al ballottaggio. Non che fosse personalmente così popolare, intendiamoci, ma… si respirava un’aria di delusione nei confronti dei partiti tradizionali e dei vecchi politici, ritenuti in qualche modo responsabili del baratro in cui era caduta la città. Sarà capitato anche a lei di aver incontrato gente convintissima di votare 5 Stelle, senza nemmeno sapere il nome del candidato sindaco. Ma era quello il vento più forte che tirava in Italia e Castelvetrano non fece eccezione.

Però fu un’anomalia. Da queste parti infatti, come anche negli altri comuni della provincia, l’elezione di un sindaco è sempre dipesa da fattori che con i programmi non c’entrano nulla. Ha notato che dopo ogni elezione, ci sono assetti che cambiano, nuovi ingressi di professionisti in ambiti istituzionali o para istituzionali, nuovi consulenti esterni che si spendono per il bene della collettività… le sembrano tutte coincidenze, signor Morici?”

 

Beh, no.

 

E infatti non lo sono. Oggi però, in questa campagna elettorale, tra i politici c’è un’aria di… non lo so… di finzione. Ci sono partiti strutturati che si spaccano e danno vita a liste civiche; partiti che hanno rinunciato a presentarsi col proprio simbolo per paura che, nella coalizione di appartenenza, qualcuno possa essere arrestato; persone che, dopo una campagna elettorale durata 5 anni, rinunciano alla candidatura a sindaco; ex onorevoli che fanno i burattinai... Ma c’è qualcosa di più profondo, oggi. Qualcosa di osceno. Nel senso letterale di “fuori dalla scena”. Vede, i programmi sono un diversivo per il pubblico, si somigliano tutti. Sono tutti lì a dire che risolleveranno la città, che la riporteranno allo splendore di un tempo. E ovviamente lo faranno senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini, tutto con la forza delle idee. Peccato però che le idee c’entrino davvero poco con le strade piene di buche, il sistematico abbandono dei rifiuti, i servizi a singhiozzo… Lì servono i soldi. Non quelli dei finanziamenti europei, che dovrebbero essere usati solo per i progetti per cui sono stati ottenuti. Ma i soldi dei tributi!

Ora, consideri che le entrate tributarie sono del 50%. Come si fa a garantire il 100% dei servizi? Attenzione però, c’è debito e debito. C’è quello del pensionato, che ha bollette arretrate della Tari per 500 euro. E c’è quello del grande e medio imprenditore, che invece deve all’ente 200 mila euro. In genere si tratta di persone (diverse persone) che dispongono di un piccolo/grande esercito di elettori, gente in grado di far eleggere un sindaco piuttosto che un altro. Quanta voglia avrà poi il nuovo primo cittadino, una volta eletto, di esigere il credito tributario da parte di coloro che lo hanno messo lì? Non è nemmeno escluso che alcuni di questi grandi debitori, possano essere eletti tra le fila della maggioranza a pontificare che le tasse bisogna pagarle. Sulla carta, la loro posizione personale sarà ineccepibile, a differenza di quella dell’azienda di cui saranno soci. Meglio ancora se soci occulti.

Il risultato è duplice. Da un lato un’economia malata, fatta di persone che hanno la meglio sulla concorrenza a causa del fatto che non pagano le tasse. Dall’altra, un’amministrazione locale con le mani legate, “costretta” a fare gli interessi di chi lo ha sostenuto.

 

Scusi, ma allora chi vincerà le elezioni?

 

La vera domanda non è “chi?”. E’ “perché?”. Perché nel corso dei decenni nessuna amministrazione comunale ha mai intrapreso dei percorsi seri per costringere questi grandi debitori a pagare? Perché tutti fanno finta di non sapere quali siano le grandi aziende dietro alcuni consiglieri comunali? Perché la comunità europea continua ad elargire denaro pubblico in Sicilia, nel vano tentativo di riqualificare l’inqualificabile? Non che a me e al mio gruppo interessi qualcosa, noi dialogheremo sempre con chiunque verrà eletto. Ma se alla fine dialogheremo coi peggiori, la colpa sarà solo vostra. E allora su, signor Morici… si svegli! Si svegli! Si svegli!

 

 

Mi sono svegliato tutto sudato. E con la vaga idea di non votare per nessuno.

 

Egidio Morici