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15/04/2024 06:00:00

Il ristorante e la Riserva: lo scontro alle saline

Scontro all’interno della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco tra gli imprenditori e la direttrice della Riserva, gestita dal Wwf, Silvana Piacentino.

C’è un punto di ristorazione dentro la Riserva delle Saline di Trapani e Paceco dove si può seguire il tramonto ammirando la luce del sole calante riflessa nelle vasche salate.

L’attività della famiglia Culcasi è in quei luoghi da prima degli anni sessanta, presidiandoli e preservandoli dalla cementificazione.

 

Salinai e Riserva Naturale Orientata delle saline: un unico obiettivo

E proprio per tutelare la Natura dalla espansione urbana, la zona delle saline di Trapani e Paceco è diventa nel 1995, Riserva gestita dal Wwf, con l'obiettivo di preservare l'habitat dell'avifauna, di insetti, animali e specie vegetali che insistono in questa area.

E, al contempo, preservare anche il sostentamento di chi vive nella zona.

Uno scrigno di biodiversità, in cui attività produttive e conservazione della natura coesistono.

Le due realtà, quella imprenditoriale e quella preposta alla tutela dell’ambiente, presiedono questo angolo di paradiso in un continuo equilibrio tra rispetto dell’ambiente e rilancio di attività di promozione del territorio, come il turismo sostenibile.

Il caso Culcasi: lavori bloccati. Ecco perchè

Oggi lo scontro tra alcuni imprenditori e la direttrice del wwf Silvana Picentino avviene sulle carte.

L'area protetta ricadente nella Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, con una estenzione complessiva di circa 1000 ettari, è divisa in 2 zone, di cui 700 ettari di zona A, dove si trovano le vasche di salina, e circa 300 ettari di zona B.

Su tutto il territorio protetto vige un regolamento d'uso e divieti.

E, stretto dalle maglie di normative applicate e procedimenti amministrativi, l'imprenditore lamenta ritardi per i nulla osta a lavori di miglioria della struttura esterna alla sua attività.

Abbiamo una attuale responsabile direttrice del gestore che non ottempera bene entro la tempistica alle richieste di nulla osta o ai loro pareri – denuncia Culcasi -. Abbiamo serie difficoltà anche nelle comunicazioni”.

La richiesta per  deve essere oggetto di studio di incidenza appropriato, cosa che, ad oggi, non ha ottenuto riscontro. Per questo motivo, per una parte degli interventi proposti si è avviato un procedimento più severo.

L’Ente Gestore non può approvare qualsivoglia progetto – afferma la Piacentino -, piuttosto di ripresentare la stessa documentazione sarebbe stato utile per la ditta richiedere preventivamente da parte dei tecnici un confronto con l’Ente Gestore, ma non risulta che sia stato fatto o che l’Ente Gestore si sia sottratto ad una richiesta di incontro”.

Culcasi vittima di soprusi? Botta e risposta tra avvocato e direttrice 

 “La questione è semplice. Il problema è che il signor Culcasi è vittima di soprusi da parte della dell'Ente gestore WWF Italia e, da parte della pubblica amministrazione di malagestio - afferma l'avvocato Massimiliano Sammartano -. Non è possibile che un procedimento amministrativo per l'autorizzazione e per l'esecuzione di lavori di manutenzione, di durata di sei mesi circa, sia ancora pendente da circa cinque anni".

"Non è così - replica la direttrice Piacentino - Facciamo chiarezza".  Video.

 

Le saline non hanno piano di utilizzazione. Da chi dipende?

Il locale di Fedele Culcasi è in zona B di pre-Riserva, dove non c'è un "piano regolatore".

A tal proposito, vorrei ricordare relativamente alle zone B di pre-riserva – afferma l’ingegnere Andra Greco -, che sono la zona cuscinetto tra la zona A, quella a tutela integrale, e la zona circostante, la zona esterna. E fra l'altro, siamo anche in zona di rete natura 2000 dove ci sono altre tipologie di vincoli, che derivano dalla normativa comunitaria, la normativa europea, la zona B dovrebbe essere normata con il cosiddetto piano di utilizzazione, sostanzialmente un piccolo piano regolatore”. Che ancora allo stato attuale non è stato fatto. Il piano di utilizzazione “avrebbe risolto tutti questi problemi tutti questi dissidi, alla radice – continua l’ingegnere -. Dicendo ciò che possono fare gli imprenditori e ciò che non possono fare e, qualora lo possono fare, come poterlo fare”.