Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/04/2024 13:26:00

Gli immigrati insegnano la preparazione di piatti etnici agli studenti dell'Alberghiero di Erice

Gli immigrati della Cooperativa Badia Grande condividono le proprie tradizioni culinarie con i futuri chef dell’Alberghiero Vincenzo Florio di Erice. Il progetto oltre il cibo, un'esperienza di integrazione e di crescita, ha visto "salire in cattedra" una delegazione di 6 immigrati di diverse nazionalità (Bangladesh, Tunisia, Somalia e Benin), ospiti dei Progetti SAI di Valderice e di Marsala, per la preparazione di due piatti etnici.

 

Il progetto, che va oltre la mera preparazione del cibo, è stato ideato dalla Cooperativa Sociale Badia Grande, rappresentata per questa iniziativa da Greta Margagliotti, Lorena Tortorici e Valentina Villabuona, ed ha ricevuto il sostegno e la condivisione di Pina Mandina, dirigente scolastico dell'Istituto Alberghiero Vincenzo Florio di Erice. La prima tappa si è tenuta ieri in concomitanza con la Festa di Eid Mubarak, un evento annuale che segna la fine del Ramadan. Un altro evento è previsto per maggio, durante il quale i ruoli saranno invertiti e i giovani immigrati avranno l'opportunità di apprendere i segreti dello "Street Food" siciliano.

 

Nei giorni scorsi un gruppo di ragazzi dai 18 ai 24 anni, ospiti dei centri di Accoglienza di Valderice e Marsala gestiti dalla Cooperativa Sociale Badia Grande, ha preparato due piatti distintivi: il "Cous Cous", una pietanza principe dell'area magrebina a base di carne, verdure, legumi e tuberi, e il "Biriyani", una prelibatezza delle grandi occasioni in Bangladesh, composta da spezzatino di vitello, riso e una ricca miscela di spezie (tra cui peperoncino, garam, masala, curcuma, cannella, pepe nero, cumino, zafferano, pepe bianco e cardamomo). I due piatti etnici sono stati realizzati contemporaneamente da due brigate di cucina multietniche composte ognuna da 3 immigrati ed altrettanti studenti dell’Alberghiero di Erice. La squadra composta dai tunisini Firas e Alì e dal somalo Hussein si è dedicata al "Cous Cous", mentre l’altra di cui facevano parte i bengalesi Mamun e Parves ed il beninese Gael si sono occupati del "Biriyani".

 

La preparazione di questi due piatti afro-asiatici ha affascinato e coinvolto attivamente la delegazione della classe IV D dell'Istituto Alberghiero Vincenzo Florio di Erice, guidata dal docente di cucina Antonino Masanelli e dall'assistente Mario Bianco. Nonostante le difficoltà linguistiche, le due brigate multietniche hanno lavorato e comunicato nel linguaggio universale del cibo, condividendo segreti culinari e curiosità grazie anche all'aiuto dei mediatori culturali Elina Begisheva, Abdurahman Bah e Kiron Singha. Nella cucina multietnica, le fragranze delle spezie e delle erbe aromatiche si mescolano agli odori delle pietanze, evocando i vivaci mercati di terre lontane. Qui, giovani provenienti da contesti differenti si ritrovano a condividere tecniche apprese tra i banchi scolastici e usanze tramandate attraverso millenni, creando un'atmosfera gioiosa e distesa. Il silenzio delle cucine dell'Alberghiero di Erice viene interrotto da un caleidoscopio di lingue, suoni e risate che si fondono in un caldo abbraccio.

 

Poco prima delle 13:00, la tavola è imbandita con piatti fumanti di "Cous Cous" e "Biriyani" per i protagonisti di questa giornata di studio e d’integrazione. Tutti insieme condividono le pietanze e assaporano ogni boccone con la consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande: una "famiglia globale" unita dalla passione per il cibo che diventa opportunità di lavoro e dal sogno di una vita migliore in una terra inclusiva, dove i confini si dissolvono e la diversità diventa la forza che unisce.