Mancava solo il salasso della Tassa sui rifiuti tra i rincari che potrebbero subire i siciliani.
In Sicilia si rischia di avere un aumento della Tari del 30%. Una batosta per i Comuni, e di conseguenza per i cittadini. I sindaci devono fronteggiare subito un aumento dei costi frutto dell’invio in Danimarca dei rifiuti indifferenziati. Ogni tonnellata da smaltire costa circa 400 euro invece delle 250 che costerebbe nell’Isola se ci fosse ancora spazio nelle discariche.
Spazio, però, non ce n’è più. Nel suo piano rifiuti il presidente della Regione ha pensato di costruire due termovalorizzatori in Sicilia che costerebbero 800 milioni di euro.
Fino a quel momento, se arriverà, smaltire l’indifferenziato sarà più problematico.
Il problema, però, adesso è gestire questo aumento dei costi. Il maggiore costo sostenuto nel 2023 dagli enti locali per far fronte alla gestione dei rifiuti in situazione di emergenza, come denuncia l'Anci Sicilia, mette a rischio la tenuta dei bilanci. Una criticità che, secondo l'associazione del Comuni, si traduce nella necessità di reperire circa 45-60 milioni di euro a copertura dei sovracosti prodotti nel 2022-2023.
Un emendamento al decreto Superbonus, in discussione al Senato, potrebbe scongiurare la stangata sulla TARI per molti comuni italiani, tra cui diverse città siciliane. Almeno per ora.
L'emendamento prevede un differimento di due mesi, dal 30 aprile al 30 giugno, per l'approvazione del Piano Economico Finanziario (PEF) da parte degli enti preposti alla gestione dei rifiuti (SRR).
Il rinvio è stato richiesto dall'ANCI, l'associazione dei comuni italiani, per consentire agli enti di avere più tempo per raccogliere i dati necessari per la compilazione del PEF, evitando così "una validazione sommaria dei piani finanziari" che potrebbe portare ad aumenti ingiustificati della TARI.
L'emendamento, se approvato, darà una boccata d'ossigeno ai comuni che si trovano ad affrontare costi più elevati per il trasporto dei rifiuti verso discariche situate in altri paesi, a causa della carenza di impianti di smaltimento sul proprio territorio.
In Sicilia, diverse città avevano già lamentato il picco di aumenti previsto nei Pef per il 2024. Il differimento di due mesi per l'approvazione dei piani dovrebbe consentire di trovare soluzioni per contenere gli aumenti e tutelare i cittadini.