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06/05/2024 10:20:00

Legambiente Sicilia chiede di annullare la proroga delle concessioni balneari

Legambiente Sicilia scende in campo contro la proroga delle concessioni demaniali marittime decisa dalla Regione Siciliana. Con un ricorso straordinario presentato al Presidente della Regione Renato Schifani, l'associazione ambientalista chiede l'annullamento del Decreto dell'Assessore Regionale Territorio e Ambiente n. 1784 del 30 dicembre 2023, che ha prorogato le concessioni in scadenza al 31 dicembre 2023 fino al 31 dicembre 2024.

Secondo Legambiente, la proroga è illegittima per diverse ragioni: viola le norme europee e gli orientamenti giurisprudenziali in materia di concessioni demaniali marittime, tutela della concorrenza, diritti dei consumatori e tutela dell'ambiente;
contrasta con la sentenza del Consiglio di Stato di novembre 2021, che ha già dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni demaniali per violazione della direttiva Bolkenstein; è in contrasto con la recente sentenza del Tar di Catania del 2 aprile 2024, che ha dichiarato inefficace il decreto di proroga regionale sulla base della sentenza del Consiglio di Stato; mon rispetta la sentenza della Corte Costituzionale del 5 maggio 2022, che ha dichiarato illegittima l'articolo 3 della legge regionale n. 17 del 21 luglio 2021, che consentiva il rilascio di concessioni demaniali marittime in assenza o senza la preventiva verifica di coerenza con i Piani di Utilizzo delle aree demaniali marittime (Pudm).

Per Legambiente, i Pudm sono essenziali per garantire la tutela dell'ambiente e del paesaggio, la fruizione comune delle spiagge e la concorrenza nel settore balneare. La proroga delle concessioni, invece, rischia di sottrarre le spiagge alla collettività e di favorire stabilimenti balneari che spesso si trasformano in veri e propri locali, anche notturni, che occupano il demanio tutto l'anno.

L'associazione chiede inoltre il commissariamento dei Comuni che non hanno redatto e adottato il Pudm entro il termine ultimo del 30 giugno 2021, come previsto da una Delibera della Giunta Regionale del 20 gennaio 2023 rimasta inapplicata.